non è chiaro come ma partirò dal mio nome “alesis” dal greco colei che difende ne vedrete delle belle e anche delle tremende no non è un blog è la mia arringa contro il flop chi mi ferma è spacciato chi mi segue è visionario
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08/08/18
seta di sera
è sera
8
ho cenato già e atteso al compline
mi infilo lentamente nel setoso corpo di mia madre
almeno di mia madre alla mia età
all’età in cui non era ancora mia madre
sono più in carne
il pantaloni fanno fatica a raggiungere la vita
la vita fa fatica a raggiungere me
fanno resistenza sulle coscie
i cosidetti lombi
non voglio forzare nulla
ho il terrore che la delicata seta si apra sotto il gonfiore della mia carne
li tiro su dunque molto piano
trattengo la pancia
il fiato
e voilà ecco che vengono su
la camicia è all’opposto larga e ariosa
scollata con una profonda V sul davanti
pigiama non immaginabile per la vita del monastero
come forse nemmeno per una notte sensuale
come
mia madre
troppo reale per l’esistenza immateriale
troppo elegante per essere di vita reale
troppo bella anche solo per fantasticare
il suo pigiama è di una tonalità che non azzarderei mai:
color crema
sottilissime rigoline verticali fanno strada verso le rifiniture a fine tessuto
questo fine capo fa unica eccezione nel mio guardaroba pieno di stracci
indosso la sua leggiadrìa
la immagino giovane bionda magra
irragiungibile per i più
si sveglia in una casa non ammobiliata del centro
non le piace
ogni volta che chiude gli occhi e ogni volta che li riapre si chiede
avrò un figlio
i guai non le corrugano mai la fronte
la sua è una bellezza sfacciata
quella bellezza che la fa sempre sembrare felice
la bellezza che le donne invidiano
e che gli uomini sono troppo spaventati per meritare
il letto nella mia cella
morbido e caldo
la seta del pigiama di mamma scivola con nonchalance sulle lenzuola
le accarezza
sembra avvertirle
-qui sta per addormentarsi mia figlia
(isola di wight 8.8.18)
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