27/08/19

camposanto - morofetente




volo
me ne rivado
tu non sei a roma
non sei a londra
non sei sotto una gelida pietra
non sei una zanzara nè il piccione che ci fa strada
al camposanto
ci accasciamo uno sull'altro
il caldo è insopportabile
il freddo pure
metto una conchiglia sulla lapide
la rossa tocca il santino ovale con la sua manina bianca
il jazzista ci dà schiaffi su braccia e gambe
dice che siamo attaccate dalle zanzare
ma chissà
forse ci vuole solo menare
le zanzare ci succhiano il sangue lente
non hanno fretta
ma hanno fame
le caviglie si gonfiano
le braccia campi minati
sangue sui nostri colli spalle avambracci
e tu?
tu che dici? 
ah non dici nulla 
tanto ci sò tre stronzi qui che in pieno agosto
invece di stare spaparanzati a ostia a bere spritz
ti portano i fiori
dirai tu
e che ci faccio?
-te li magni

basta
eri stufo marcio
dei giochi con la piccola
dei gatti traumatizzati
degli amici storici sparsi per il globo
dei tuoi talenti sfacciati
del futuro passato e presente
-via
tutto via
e non diamo la colpa alle pillole
come ci fa più comodo
in assenza di un dio a cui domandare
una chiesa in cui imprecare
un bagno all'areoporto in cui gridare

la colpa è tua
solo tua
senza attenuanti o concause
la colpa è tua
e ognuno si lecchi le ferite sua


ps.

mi manchi ancora
e già non so
dirti
quanto vorrei
sostituire la tua voce alla mia
anche solo per un'ora sola 


il buddha dice:
-la persona che soffre di più al mondo
è quella che ha molte percezioni sbagliate


(londra 27.8.2019)

parole parole parole






i visi cosi vicini
non li abbiamo mai avuti
mi guardi incantata
mi si chiude la gola
so che mi senti
anche se non parli
so che mi vuoi qui
anche se te ne vuoi presto andare
-va via!
mi dici con una smorfia di dolore che ti separa la fronte liscia
no che non vado via
resto e mi siedo qui con te
ti mostro le fotografie in bianco e nero
di persone che non ricordo
e non ricordi
ma siamo legati a loro
chissà da che amori
ma oggi sei stanca
ti tocchi la testa
e ogni tanto dici
aiuto
io mi avvicino
ti ho fatto la limonata
acqua uliveto del frigo
limoni del tuo giardino
e tanto zucchero
ti piace
mi sembra
ma fai molte storie
non importa
io ti distraggo e suono voce e' notte 

il tuo pianoforte scordato
il mio napoletano pessimo
ma tu te ne freghi
negli occhi ti compaiono le lacrime

cerchi nell'aria di afferrare coi ricordi quei giorni cari
mi guardi da vicino con gli occhi negli occhi
sembra tu abbia visto un angelo
non mi lasci il viso
non ti lascio le mani
forse si può rimandare
c’è ancora qualcosa da fare



(londra 27.8.19)