11/12/19

come una instagram story





ed eccola in un bar
sola
come lo siamo in verità tutti quanti
a maledire i pezzi di natale di Mariah Carey
un tempo lontano ci si canticchiava su ma ora
solo strazio e angoscia da quei piani rhodes e virtuosismi in falsetto
bugiardo e incosciente
inquieto e promettente
brillante e perduto
vorrei essere ancora alla fase del rifiuto
e invece sto già al quarto stadio
sergio viscuso

(qui avresti detto: perduto’viscuso-rifiuto non è una rima e io avrei risposto non capisci nulla di Spoken word poetry e avremmo finito a discutere)

si ripeterò il tuo nome
e il cognome pure
ti restituirò il tuo nome
e lo scriverò per decenni accanto al mio
quando tutto morirà
rimarranno i segni dei nostri nomi
uno accanto all’altro

vedi
vorrei essere sempre così poetica e leggiadra come nelle righe qui sopra
ma invece sono spesso
incazzata
spaccata in due
stanca
incredula
rabbiosa

se era questo quello che volevi
bastava una telefonata
ma no
troppo stronzo
presuntuoso
arrogante indifeso
e intossicato

meglio tagliar via tutto
una manciata di poesie accattivanti su facebook
due tre litigate in giro
il contentino agli amici sparsi per il mondo
qualche foto del tuo cazzo su grinder
e puff
via
come una story su instagram
sparisci in 24 ore
dalle bacheche di tutti noi




(londra 9.12.2019)

01/12/19

ombre






sergiommerda sergiommerda sergiommerda
rivolevi il tuo nome? eccoti il tuo nome
e io? #machevvoglio?
voglio tutto
come sempre
voglio che non salti nel vuoto
voglio che scrivi su fb un’altra cazzata
voglio essere di nuovo giovane
e passare ore a masturbarmi senza annoiarmi
suonare il pianoforte senza deprimermi
proteggermi sotto al tuo tetto quando il mio diventa troppo violento
voglio sedermi con te in un bar dell'isola delle correnti

tra dieci anni davanti alla brioche con granita che manco mi piace
quando entrambi invecchiati e un pò depressi
ci raccontiamo delle ultime cartuccie sparate
voglio finire a litigare sull’armonia del pezzo nu soul che piace solo a me
una di quelle volte in cui è impossibile stabilire: chi è lo snob
te o io?

leggerti le poesie che hai scritto
e prenderti per il culo
leggerti le poesie che ho scritto
e prendermi per il culo
piangere poi ridere poi piangere
fianco a fianco
come nel sogno di ieri notte
io sono divertente
ti faccio ridere
tu mi capisci al volo
mi fai piangere

faccio stalking
mi sfondo su netflix
qualche volta pornhub
studio ossessivamente per l’esame imminente
non mi interessano gli umani
cucino e mangio
troppo

pur di evitarti
sfuggirti
evitare che la tua notte diventi anche la mia



(1.12.2019 londra)

25/10/19

amazing grace



guarda che ti vedo
sopra le note del gospel 
due tre cantanti scarsetti e una ragazza con il sole nella voce
ti vedo lassù
no non lassù in cielo
lassù nascosto (male) nella greta sul soffitto
quella sopra la tenda rossa che scende sul palco
intravedo i tuoi riccetti paglia e fieno
gli occhialetti tondi
il sorrisetto sarcastico
e sento addirittura la tua voce dire

- mmm... calante... madò!
- hmm tipica voce crescente..

cacacazzi e acuto
come mi sei sempre piaciuto





(londra 23.10.19)

18/10/19

nessuno muore nessuno vive





nessuno muore
nessuno vive
 

la cosa della vita e la morte
è un’invenzione commerciale

un trucchetto religioso

non si vive per sempre
non si muore per sempre

tu non sei veramente morto
perchè sento pezzi di te che vivono
nelle mie parole
le mie battute
i miei pensieri
nei miei gusti
nelle note che leggo e suono
neii miei gesti
la postura
le mie espressioni e quelle degli amici nostri più cari

tu non sei veramente morto
sei ancora vivo
vivi diversamente da prima
ma vivi

ed io
io non sono veramente viva
perchè un pezzo di me se n’è andato per sempre
con te
hai portato via
giustamente
quel che ti piaceva di me
quella mia espressione distratta ma spensierata
la voglia di polemica
il piuttosto perdo un amico che una battuta
le discussioni sugli accordi e giri armonici
gli sfottò che non sai fare perchè non sei romano
la zuppa di lenticchie

non sono veramente ancora viva
da quando te ne sei andato sono anch’io un pò morta
ma sai
il fard di Dior fà miracoli





(londra 18.10.2019)

05/10/19

prega che dio t'aiuta





‘imparare a convivere con il lutto’
ma come si fa?
non poter più nemmeno chiamarti un attimo su wazup
anche soltanto per mandarti affanculo
come se non fosse già successo
parlano bene gli psicologi
ma come si fa a ‘interiorizzare il dolore’
senza nemmeno dio
dice
 -tu prega che poi dio ti aiuta
ma qui c’è poco da pregare
qui c’è da tornare indietro
spostare il passato
cambiare la storia
resettare il presente
taggarti nel mio futuro
cancellare quei post dove scrivi di quel che non eravamo pronti a capire
ciechi sordi e impotenti di fronte a tanta sclelleratezza


(londra 4.10.19)

04/10/19

senza droghe senza alcol senza dio




i giorni mi si spalancano davanti
ingenui
faccio progetti a breve scadenza
i target pretendono
le persone blaterano
gli idis ebra vanno e vengono
più che altro vanno
ho il libro da finire
poco spazio sul portatile
la pelle sempre più secca
non c’è crema che tenga
mi si sbucciano le mani come una cipolla
sono sempre più distratta
la memoria vacilla
scordo tutto
bianco o nero
urgente o irritante
frivolo o importante

e suono
suono il pianoforte
forse in tuo onore
forse per farmi coraggio
ricordi ti ho suonato la mia versione di I wanna dance with somebody?
dicevo di averla arrangiata
invece avevo quasi solo arricchito un pò gli accordi (come mi fai notare tu con garbo…)
poi ti ho suonato Vedrai vedrai
e tu impartisci il consiglio tecnico sul passaggio alla voce di testa (che padroneggio brillantemente a tua detta..)
suonare con te nella stanza
suonare per te
emozione o soggezione?

mi hai insegnato molta della vita che vivo
mi ritrovo a fare dire ridere muovere pensare..
come te
ti ho dentro nei muscoli nel cervello nelle dita
starò impazzendo

qui stiamo tutti bene
nessuno ha fatto cazzate
almeno non all’altezza della tua

voglio passare da un letto all’altro
per provarti che sto una favola
voglio scrivere un centinaio di pezzi
per provarti che non mi servono la tua armonia e i tuoi solfeggi cantati
voglio ridere fino a piegarmi in due e ballare fino alle 5 del mattino
ma senza bere un goccio di alcol
e non mi serve la tua maglietta
per ballare nè la tua fotografia sul comodino per addormentarmi e sognare il nostro
mare

non mi serve la depressione
e non mi serve tutto questo dolore
per stare male



(london 4.10.19)

27/08/19

camposanto - morofetente




volo
me ne rivado
tu non sei a roma
non sei a londra
non sei sotto una gelida pietra
non sei una zanzara nè il piccione che ci fa strada
al camposanto
ci accasciamo uno sull'altro
il caldo è insopportabile
il freddo pure
metto una conchiglia sulla lapide
la rossa tocca il santino ovale con la sua manina bianca
il jazzista ci dà schiaffi su braccia e gambe
dice che siamo attaccate dalle zanzare
ma chissà
forse ci vuole solo menare
le zanzare ci succhiano il sangue lente
non hanno fretta
ma hanno fame
le caviglie si gonfiano
le braccia campi minati
sangue sui nostri colli spalle avambracci
e tu?
tu che dici? 
ah non dici nulla 
tanto ci sò tre stronzi qui che in pieno agosto
invece di stare spaparanzati a ostia a bere spritz
ti portano i fiori
dirai tu
e che ci faccio?
-te li magni

basta
eri stufo marcio
dei giochi con la piccola
dei gatti traumatizzati
degli amici storici sparsi per il globo
dei tuoi talenti sfacciati
del futuro passato e presente
-via
tutto via
e non diamo la colpa alle pillole
come ci fa più comodo
in assenza di un dio a cui domandare
una chiesa in cui imprecare
un bagno all'areoporto in cui gridare

la colpa è tua
solo tua
senza attenuanti o concause
la colpa è tua
e ognuno si lecchi le ferite sua


ps.

mi manchi ancora
e già non so
dirti
quanto vorrei
sostituire la tua voce alla mia
anche solo per un'ora sola 


il buddha dice:
-la persona che soffre di più al mondo
è quella che ha molte percezioni sbagliate


(londra 27.8.2019)

parole parole parole






i visi cosi vicini
non li abbiamo mai avuti
mi guardi incantata
mi si chiude la gola
so che mi senti
anche se non parli
so che mi vuoi qui
anche se te ne vuoi presto andare
-va via!
mi dici con una smorfia di dolore che ti separa la fronte liscia
no che non vado via
resto e mi siedo qui con te
ti mostro le fotografie in bianco e nero
di persone che non ricordo
e non ricordi
ma siamo legati a loro
chissà da che amori
ma oggi sei stanca
ti tocchi la testa
e ogni tanto dici
aiuto
io mi avvicino
ti ho fatto la limonata
acqua uliveto del frigo
limoni del tuo giardino
e tanto zucchero
ti piace
mi sembra
ma fai molte storie
non importa
io ti distraggo e suono voce e' notte 

il tuo pianoforte scordato
il mio napoletano pessimo
ma tu te ne freghi
negli occhi ti compaiono le lacrime

cerchi nell'aria di afferrare coi ricordi quei giorni cari
mi guardi da vicino con gli occhi negli occhi
sembra tu abbia visto un angelo
non mi lasci il viso
non ti lascio le mani
forse si può rimandare
c’è ancora qualcosa da fare



(londra 27.8.19)

30/07/19

pericolosi detti romani





quando se semo bisticciati
e io t'ho detto
-vatte a ammazzà
l'hai presa un pò troppo alla lettera
e mò nun ce sta più niente da fà


del resto tu eri di bagheria
e io sò romana
sempre du stronzi semo
un complessato di paese e nà cafona magna-amatriciana
e nun te lamentà che questa nun fa rima!


(londra 30.7.2019)
 



HM prison pentonville - music behind bars-



rinchiusi racchiusi socchiusi

varco finalmente quelle mura
per quattro anni le finestre di casa mia si sono affacciate sul ridente filo spinato
di HM prison pentonville
cellulare/liquidi/oggetticontundenti-affilati/laptop fuori nel locker
con me una decina di inglesi di mezza età
bianchi e borghesi
come me stavo per dire
MA invece
le donne non hanno mai sentito parlare di
-andare dal parrucchiere a farsi du meches o che so una tinta-
capelli color topo o
se ancora più in là con l’età
grigi
che si intonano bene con le loro carnagioni
ocra

una di loro cerca di attaccare discorso con me parlandomi dei suoi cani ed io non ricordo come si dice in inglese
-hai toppato argomento di brutto e sei rossa in faccia dalla troppa birra e mi dai fastidio fisico e magari quando ti capita vai da un parrucchiere che diosololosa quanto ce n’hai bisogno-

mi rode il culo oggi
non so il perchè
caldo africano e mi mancano due tre persone all’appello

è una prigione maschile
una quindicina di prigionieri ripassano le canzoni
tute grigie magliette o canottiere bianche o nere
scarpe da ginnastica
quasi tutti neri o mixed race
ah e in forma (lo so è inappropriate)
il vibe è da festa domenicale in parrocchia
dopo 3 minuti mi scordo di essere nella cappella della prigione

dalle enormi vetrate multicolori della cappella entra una luce (pre)potente
ci sono tre o quattro guardie e due sono donne
scherzano con i prigionieri
io in prima fila
mi sventolo con il mio ventaglio giapponese
uno dei prigionieri
sudato fradicio ed enorme
si viene a presentare
si tampona il sudore della fronte con un fazzoletto di stoffa
ancora non lo so ma quello là dovrebbe stare su un palco al posto di busta rhymes

guidati dalla ‘music facilitator’ (lavoro a cui ambisco anche io da lì il mio interesse al concerto)
lo spettacolo inizia
i prigionieri si esibiscono in una body percussion
per poi attaccare a cappella ‘swing low’ che diventa un canone con sing sing
divisi in due gruppi
cantano
un gruppo contro l’altro
in armonia
gli occhi socchiusi

in piedi e a semicerchio rivolti verso il pubblico
i seguenti personaggi mi si schierano innanzi:

tre ragazzi neri sui vent’anni
belli e in canottiera bianca
uno ha l’apparecchio fisso ai denti
l’altro un dente d’oro
il terzo altissimo mi guarda in cerca di un mio sorriso
che gli concedo senza esitazione perchè ha uno sguardo dolcissimo
alla loro sinistra un ragazzo con treccine da età indefinibile tra i trenta e i cinquantacinque
alla sua sinistra un franco-congolese che suona anche la chitarra
sposto lo sguardo ancora più in là ed ecco il gigante sudatissimo che mi ha dato il benvenuto
ha l’aria di quello rispettato ed è il disinvolto del gruppo
accanto a lui un tipo che sembra siciliano completamente coperto di tatuaggi
poi un tizio bianco con un taglio profondo sulla tempia e parecchia droga in corpo e nelle pupille
accanto a lui un africano-induista con contieni-capelli nero e che a mala pena muove le labbra
poi c’è il fomentatore: mixed race tuta grigia rasato e la tuta arrotolata su per i polpacci muscolosi

tutti animali da palcoscenico: sciolti sorridenti ma concentrati
si muovono più o meno armoniosamente mentre cantano
agitano mani
braccia
gambe
chiudono gli occhi
viso al cielo (leggi=soffitto)
incitano gli altri ad alta voce durante gli assoli

qual’è l’ultima volta che ho sentito fare musica così?

il secondo pezzo
-higher and higher
il pianoforte attacca e ripete lo stesso riff per ben sei volte
non capisco cosa succede
i ragazzi si lanciano occhiate tra loro
mi accorgo solo ora di un ragazzo fino fino
bianco alto biondino e gli occhi azzurri
è schiacciato in mezzo al gigante sudato e quello coi tatuaggi
ha il microfono in mano ma lo tiene in basso
non si decide a cantare
eppure deve perchè è il momento del suo assolo …!
è tutto rosso in viso e sembra stia per avere un crollo
si strizza gli occhi con le dita
io stringo i pugni nelle mani sudate
gli altri intorno
quello coi tatuaggi
il congo-francese e il gigante
mantengono un contegno ma lo tengono d’occhio
sorridono
lo proteggono
continuano a muoversi
è racchiuso dal loro affetto
attaccano la sua strofa sottovoce come a suggerirgliela
a dargli coraggio
ma l’assolo è il suo
è lui che deve sfidare l’ansia e avere la meglio
il mingherlino dunque continua a guardare in basso
non si decide ad alzare la testa
la tensione cresce in sala
ad un tratto si copre gli occhi con l’avambraccio
ed è troppo
l’emozione travolge anche me: scoppio in lacrime
non sono certo da prima fila
mai stata
accidenti!
finalmente il mingherlino si mette a cantare
non è intonato
non è sul tempo
non canta nel microfono
ma giuro su dio:
canta

chissà chi ha ferito
offeso
tradito
colpito
in quella voce e in quell’avambraccio sugli occhi però
ora
c’è il suo dolore
che altro è fare musica se non questo
passare la propria storia a qualcuno che
come una madre paziente un padre amorevole o un pubblico sudato in una prigione
ascolta?

al terzo pezzo il tipo con le treccine non si contiene più
comincia a ballare travolto dal ritmo e ha le molle al posto delle ginocchia

stand by me
il microfono passa al gigante sudato
ho un fremito
ha un raschietto nella voce quando tocca le note alte e non sfigura al cospetto dei precedessori
tipo bob marley o sam cook

sto ballando sulla sedia e non so se sono sudata fradicia o sono lacrime
e so che -we must all cry, but must the tears be white?-
(cit. gil scott heron)

il bianco con il taglio sulla tempia
avrà forse 35 anni ma sembra un sessantenne
ecco arriva il suo momento da solista
non hai il senso del tempo e la tonalità è un optional ma
non so spiegare come
il palco è il suo elemento
gli occhi gli brillano
si muove sinuoso a ritmo di musica seguendo un tempo tutto suo
ha la voce di un angelo terrorizzato
la sua voce libera e potente esce dalla sua bocca
dal suo viso
da quelle guance mangiate dalla droga
sono ipno-ti-zza-ta


il fomentatore non acchiappa una nota che sia una
ma è così calato nella parte che
non riesco a togliergli gli occhi di dosso
fa le facce
fomenta il pubblico
sostiene i cantanti solisti con urla e salti
presenza scenica alle stelle
sono in-chio-da-ta

il gigante nero si esibisce ora in un duo
chitarra e voce
ha scritto un pezzo originale sull’amore
and it blows my mind!!!
lui il pezzo le parole la melodia è da urlo
è una hit
va registrata
sto fo-men-ta-ta
un mix tra rap giamaicano e pop orecchiabile
l’accento giamaicano è fortissimo e lui lo accentua di proposito
racconta di quando uscirà di prigione e farà finalmente l’amore con la sua donna
parla di libertà
di sbagli
il testo è lucido
crudo
onesto
divertente
romantico
tagliente
gli altri prigionieri dal pubblico urlano e cantano il ritornello come fosse il concerto di usher
la sala viene giù sull’ultima strofa dove parla di sesso!

la musica
cos’è per un recluso?
non è certo quello che è per me o per tutti quelli come noi
bianchi
privilegiati
ricchi
liberi
la musica è per loro l’unico corroio verso luoghi dove non possono andare
verso il passato
quando erano padri mariti figli amici amanti persone
verso il futuro
dove i loro figli e le loro donne li aspettano per accarezzargli le teste
quelle teste da
assassini
criminali
violenti
ladri
spacciatori
disperati
persone che hanno girato alla svolta sbagliata

li aspettano quelle mogli idealizzate che indossano Victoria’s secret
e non vedono l’ora di fare l’amore
con i loro uomini che sono stati in prigione



(londra 30.7.2019)

27/07/19

E m ì o l a





solfeggio cantato
roma
fuori nevica
dentro si va d’accordo
devi fare il check di una casa che affitti
mentre spicci
la neve fiocca
e io sto seduta sulla finestra
non mi dai tregua co sto solfeggio cantato
se non sbaglio mi fai pure pagare
robba di 5 euro a botta
dici che è un incentivo..
sto
così
serena silenziosa concentrata
quando tu mi insegni la musica
siamo come karate kid e il maestro myaghi
metti la cera togli la cera
solo che si procede a botte di intervalli ostici

tu sai tutto
sai spiegare tutto
il difficile diventa facile
le mie lacune si colmano
la neve scende
il mio cervello si arrampica sulle melodie che mi proponi
dici che devo riconoscere gli intervalli a mente
senza toccare lo strumento
non lo so ancora
ma sarà un esercizio fondamentale nella mia vita
come fai?
come fai a rimanere umile con una mente così brillante
al posto tuo sarei una gran stronza
mi vanterei di continuo
farei sentire tutti gli altri inferiori
non perderei occasione per emergere
ma tu no
ti sembra normale essere sempre un genio
e a me sembra normale che tu lo sia
mi sono abituata ormai
io sono una pigna
tu un genio
il segreto della nostra amicizia

ecco che mi spieghi l’emìola

-musica musica musica della madonna
gente gente gente
divertente

questo il tuo esempio: ma cristo… proprio jovanotti!?

-beh ci sarebbe anche un’altra emìola
di una cantante
sconosciuta (ci sarai)
romana (ci puoi scommettere)
alessia piermarini
il pezzo (del suo primo album)
fa così:

-what it's about? what it's about? what it's about? what it's about?

ed emìola sia






(londra 27.7.2019)

19/07/19

dammi un segno



ti disturbo solo per dirti che
la tua casa è stata sempre anche la mia casa
le mie storie
andavano e venivano
a braccetto con le tue
tu consigliavi ascoltavi partecipavi
ma anche io
e con me tutti gli altri tuoi amici scappatidecasa
consigliavamo ascoltavamo partecipavamo
alla tua di vita
la tua
di vita
era
una vita come tante altre
come le nostre
-le vite degli altri facevano la mia
cazzo dici che non era la tua vita?
la tua casa?
cazzo dici che devi trovare una casa tutta tua
più piccola
lasciare il superfluo…
ma come parli?
cazzo dici che

cazzo dico io invece
parlo con un morto
non sto bene
il gabbiano mi fissa
alessia: get your shit together
discuto con la poesia di un delirante bipolare daltonico depresso e tossico prima del suicidio
è ovvio che la tua realtà era distorta
ma quale realtà non lo è?

seleziono
raccolgo
leggo e rileggo i tuoi post
mi spacca il petto saperti così nero
è buio pure qui sai?
vado a sbattere come una falena alla ricerca della luna
ho lividi dappertutto
sulle gambe sulle braccia sui gomiti sui miei ricordi
nessuno mi capisce o osa scrutarmi
faccio le faccie tue
le tue battute
a volte mi sembra di pensare con la tua testa
o è solo 30 anni di gomito a gomito che non mi lasciano in pace

vorrei tu fossi qui per insultarti e scannarci ancora una volta soltanto
sai una di quelle volte in cui tu abbassi il la testa e mantenendo lo stesso tono di voce fornisci argomentazioni razionali (passivo-aggressivo)
e io invece ti urlo in faccia la mia frustrazione con argomentazioni emotive e toni isterici (aggressivo-aggressiva)
vorrei essere io stessa a spingerti
non dalla finestra
ma dalla cima della tua cecità e della tua incoscienza
vorrei gonfiarti di botte
taggarti in un post di salvini
regalarti una vacanza di due settimane a Cogne
depilarti le gambe con la ceretta

vorrei poi infine ridarti il tuo nome
vorrei poterlo ridare a tutti quelli che lo perdono o non gli viene riconosciuto
vorrei ridarti la vita
la serenità
la nostra amicizia
le tue federe
il tuo-mio libro
ma è tardi
è spietatamente tardi
abbiamo perso troppo tempo a litigare
a farci i dispetti
tenerci il muso

indugiando troppo a lungo a dire
-amico mio ti voglio bene

non te ne andare


(brighton 29.7.2019)


brighton il jazz gill scott heron e NOi






potrà il mare in tempesta innamorarsi di un lago?
domande difficili

caro amico
mi hai abbandonato
come una scema ai piedi della ruota panoramica
tutti su
e io giù
ad aspettare che tu scenda

ma mica mollo
vado avanti
a brighton
a te
non ci penso

negozi di sex toys
orgoglio gay
negozi indipendenti
hippy e caffè imbevibili
il mare
la spiaggia di ciottoli
il pier che arriva fino a giù giù in mezzo al mare
quasi mi toglie il fiato
le destinys child cantano Say my name say my name
ed eccomi in costumedabagnosullaspiaggiadiPuntaSeccaconl’amicaSerenachecantiamoI’maSurvivor
e tu ci fai le foto
quelle foto da imbecilli
che in qualche modo erano il pre-selfie
pose sexy e costumi sgambati
io ho l’apparecchio ai denti e serena i capelli anni 80
non siamo da meno delle destinis c’haild

aia
il cuore pizzica
cammino fino al molo e i gabbiani mi urlano in faccia

-resisti!

è arrivata una proposta artistica interessante
devo scrivere il mio concept musicale:
ok se capisco cos’è un concept
il lavoro è mio

in valigia ho 3 creme solari
-spf15 per braccia e gambe
-spf30 per il petto
-spf50 per la cicatrice e i nei

piove a dirotto e tira vento
lovely brighton
ma io sono qui per il jazz
e non mi scoraggio
entro nella ridente shopping mall
chiedo
-the cheapest hoodie you’ve got
agguanto una felpa extra large fucsia

vorrei fare mille cose
la testa mi scoppia con idee progetti visioni della mia vita futura
ma ad un tratto si blocca tutto
blank
e mi sento stanca
tanto stanca
così stanca che posso soltanto
tornare a letto
guardare il mare arrabbiato dalla finestra
ricordare quanto sono fortunata
ricordare quanto tutti siamo fortunati
scrivere
leggere gill scott heron
scrivere
controllare whazup
alzare gli occhi al cielo su un paio di chat di gruppo
rispondere al messaggio di mia madre
scorrere ossessivamente foto profili di persone che non vedo più
pensare alla croazia
io e te sdraiati sugli scogli
conversazioni serie
-io non riesco a stare con nessuno
-beh mica tutti sono destinati a stare con qualcuno
pensa ai preti..?!
agli esploratori..
o agli artisti ..
hanno scopi e missioni non del tutto compatibili con la vita di coppia o la famiglia
magari anche tu sei così

e tu
tu come sei amico mio?
urlo in faccia ai gabbiani:
tu come sei!???

i gabbiani:
- stronzooooooo



(brighton 19.7.19)

11/07/19

sigla da anime giapponese





io qui con un vocale del nostro amico comune
ha sfornato un altro capolavoro
dice - vedi se riesci a metterci un testo
è pensato come sigla da anime giapponese-

ma che avrà voluto dire?
vorrei chiederlo a te prima di fare una figura di merda con lui

il pezzo è di quelli che ti inchiodano dalle prime note
non puoi ascoltarlo mentre giri il sugo
come si fa con la maggiorparte degli insopportabili vocali
no
qui
ti devi immobilizzare
prendere le cuffie buone
e
ascoltare

piango pensando alla testa di cazzo che sei
alla cattiveria che mi hai fatto ad andartene così
la tua fotografia in mano
giusto un anno fa
in un pub orendo di londra
per la prima (e forse ultima) volta in vita mia
ho cantato il karaoke
per la prima (e forse ultima) volta in vita tua ti è andato bene un mio fidanzato
ti ho dedicato il pezzo
blame it on the boogie
e tu stavi lì
ascoltavi
sorridevi
poi ti sei acceso una sigaretta (dentro al pub)
tu che non fumi
e ti hanno mandato fuori urlandoti dietro

ma quanto merda puoi essere? quando mi hai battuto a stronzaggine?

bugiardo
incosciente
impaziente
sfrontato
sconsiderato
malvagio
egoista
narcisista
o
forse era solo
il disturbo dell’attenzione
non diagnosticato

in other news
la mia nuova casa è belllissima
ho anche una lanterna
i coccetti fatti da me alla classe di ceramica
una libreria
una vasca da bagno
gli alberi con uccellini inglesi fuori dalla finestra
un balcone ‘juliet’
un letto ottomano
un divano letto che aspetta ancora un amico che a dicembre promise:

prestissimo
a londra


(10.7.19 londra)

21/06/19

eppure eravamo insieme





eppure eravamo insieme
22 giugno 2018

tu scocciato perchè ti chiedo di sostituire il vecchio alla brace
ma scusa: tu c’hai quarant’anni
lui ottanta
ma poi
dico io
fai l’uomo no!
ecco che metti il muso
perchè è proprio l’idea di
fare l’uomo
che rifuggi
ma la verità è che
di aiutare e alimentare la brace
nun
te


io ti dò un’occhiata da Carrie lo sguardo di satana
tu sbuffi
e gli dai il cambio

ti avvi verso la graticola
e mi fai quella faccetta
quella faccetta come a dire
alimortaccitua
giusto perchè la festa tua non m’impunto và
ma
il momento è per me esilarante
succede il prevedibile:
appena ti posizioni sulla brace
il fumo ti sale velocemente in faccia
e appanna gli occhialetti tondi
con il risultato che non vedi più un cazzo
mi guardi
non sai se ridere o tirarmi un pezzo di carbonella
ma io sto piegata in due alla vista dei tuoi occhialetti appannati
la festa è riuscita


sei sorridente
parli con tutti
e di tutto
balli persino travolto da papa don’t preach

io faccio l’interrogatorio al trentacinquenne che sta con la diciannovenne
e solo tu
di 35 invitati
sai il perchè mi dilungo così tanto a fare domande trabocchetto

del resto non sono cazzi miei
del resto l’età non conta
del resto lei non è mica mia figlia
del resto lui sembra un bravo ragazzo
del resto ai genitori va bene perchè non dovrebbe andare bene a me..


perchè il trentacinquenne in questione
è
bono
aiutami a dì
bono
!

ma a noi due basta un’occhiata e famo a capisse
e
soprattutto
abbiamo esattamente gli stessi gusti sugli uomini
questo qua ce l’ha tutte

barba
romano
battuta pronta
pelo in vista
non magro
ama il calcio
è un pò rozzarello
sta co un’altra


deve essere nostro

o almeno di uno dei due
normalmente più mio
perchè quelli così spesso sò etero
e te ce sformi

ti avvicini con la sedia
e ti metti ad ascoltare
me che dico cazzate per far ridere
o per rimorchiare
o per mettere in riga
diosololosa
e pure tu lo sai

vanno via quasi tutti ma tu rimani con me e pochi altri
c’è il gay village
e tocca fare un salto
il salto lo facciamo ma a me
sempre noiosa
non mi va bene la musica
allora ci spostiamo verso un altro palco
c’è vanessa
la drag queen che fa il karaoke dal vivo e ti puoi segnare in lista
l’amica monica in combutta con te
mi iscrive
quindi la drag queen mi chiama sul palco
non hanno nessuna delle canzoni che posso-voglio-so fare
nè whitney
nè mariah
per non parlare di chaka khan
vabbè ripiego su
careless whisper
che george micheal ha scritto quando aveva 18 anni
il sax attacca l’assolo nell’intro
e io mi sto già emozionando
lo so che quando tu sei in platea
sono più nervosa perchè tengo al tuo giudizio più che a quello di ogni altro
ovviamente
la canto di mmerda
il karaoke non fa per me
applaudi lo stesso
mi abbracci
- la tonalità non era la tua
ma sempre brava

ma che me ne importa della tonalità!
quel che m’importa è che tu sei lì
con me e con gli altri
dopo la nostra liti furente
e tutto quel tempo in silenzio
un silenzio pieno di rancore
chissà come ci siamo poi ripresi e addirittura perdonati

sarò anche una grandissima puttana
ma ti voglio un bene dell’anima
da sempre

buon compleanno
amica mia
mi fai tu da chissà dove
ti voglio bene anch’io e lo sai

si
amico mio lontano
lo so





(londra 21/22.6.19)