26/01/14

sintomi

 




- colite spastica e gastrite cronica
- dolore della spalla sinistra in conseguenza della colite o in solo
- cervicale dolorante
- ipersensibilità della pelle delle mani con conseguente tattilità esasperata o assente
- herpes labiale doppio  triplo multitraccia
- ansia
- difficoltà respiratoria con pieni polmoni
- senso di sonnolenza e di tachicardia
- reiterazione di sbagli relazionali e loop ritmici

sintomi
solo sintomi
polvere da sparo senza armi o cartucce
sintomi che illuminano
parole vigliacche che stentano a ritrovare il sentiero
sogni inespressi
persone a forza dimenticate
lacrime schiacciate dentro uno schiaffo
sintomi
sbucano ovunque
non ti lasceranno addormentare
il dottore assicurò
niente di organico signorina
dimessa dall’ospedale
gocce di qua
pasticche al di là
due volte al giorno prima dei pasti dopo i pasti lontano dai pasti durante i pasti
allora non mangerò più
a questo preferisco gli spasmi
niente droga
rimarrò lucida
vigile dolorante e isterica
andrò piuttosto a dare un’occhiata ai miei sintomi
luci
possibilità
possibilità di capire
possibilità di sapere
di conoscere la propria storia
il corpo mi suggerisce una via più dura
con quelle luci che si accendono sulla schiena
sulle labbra
sulle mani
sulle spalle
nello stomaco

sintomi
come le note che continui a cercare tra i bianchi e i neri
notte e giorno
giorno e notte
quelle note che hanno significato per te
forse soltanto per te
e solo in quell’ordine
l’ordine di quella melodia
e in nessun altro ordine
migliaia di melodie più belle più articolate più giuste
non parlano però della tua
di storia
note di vecchi traumi
di porte sbattute
di schiaffi immeritati o carezze mai arrivate
sintomi che diventano canzoni
canzoni che curano i sintomi
virus che diventano vaccini
vaccini che tamponano la malattia

le note
l’ho già detto in passato
sono sintomi dell’irrisolutezza e dell’inquietudine e come la lava bollente spingono per uscire
ecco che arriva infine l’eruzione
ecco che arriva infine la melodia
e gli odiosi sintomi
solo per un attimo
sembrano andar via







 (roma 26.1.2014)

23/01/14

quasi quasi mi sposto





sposato o spostato
cosa importa
il mio virus ha ormai scoraggiato
ogni organo e ogni malintenzionato
non mi sento disposta
a fare una sola sosta
ecco che azzardi una proposta
se ti sposo?
aimè ecco la mia definitiva e sofferta
risposta
io sono già spossata
e se osi avvicinarti ancora
rischi una bella scossa
meglio se ti sposti
questa sì che sarebbe una bella mossa!
riconsidera la faccenda
forse ti appaio attraente o forse troppo losca
ma osserva meglio come son messa
gira voce che io sia scissa
ah niente più romantiche avances ora vuoi soltanto il sesso?
scusa però adesso non posso
sono indisposta
e poi con lo scambio con l’altro sesso
ho smesso
il mio cuore la mia testa la mia ingenuità
ormai di gesso




(roma 23.2.2014)

allah solo lo sa



piove a dirotto
e chissà come ti chiami tu
sul ciglio della strada sotto le luci della ribalta del teatro
speri in un riparo dall’acqua
e da diosolosa cos’altro vien giù
una coperta e una specie di carrello: una tavola di legno quattro rotelle
nient’altro
una testa un petto un collo
tutto il resto se l’è portato via allah
o forse un’esplosione la guerra o il cancro
che importa
però cristo santo
impossibile passare avanti
far finta di non
quegli occhi liquidi mi inchiodano
mi seguono
blocco il passo
recupero le forze le parole la mimica facciale
vigliaccheria e vino bianco
piove a dirotto
e chissà come ti chiami tu

vuoi qualcosa da mangiare un panino?
non capisci e non parli italiano
nero senzatetto e tagliato a metà
je ne comprende pas
si ok un amico parla il francese
siamo a cavallo
sei
musulmano e mangi solo pesce verdura o pollo
ecco
ti lascio anche il mio mal ridotto ombrello
ma non ho altro
tu invece si
hai molto più di ciò che ho io
o di ciò che mai potrei desiderare
più di mille panini o di mille religioni o di mille dimore
non hai più una vita
e nemmeno piedi  gambe cosce pancia sesso
ma conservi energie per lanciarmi almeno questo
uno sfacciato sorriso
e niente più qui mi sembra lo stesso





(roma 23.1.2014)

20/01/14

costi quel che caschi





giro in moto in un quartiere sinistro
stretta al guidatore spero esperto
curva a destra
un casco in testa
lancio domande al vento
attaccati eppur così diversi
forse stiamo solo perdendo
tempo
strade di periferia silenziose
esco rientro gioco mi sporgo cadrò ma non mollo
forse evolvo
mi chiedo perché
esco con te
la brina attacca le mie gambe velate 15 denari
poco prima
l'attrice formosa si dà arie da vamp ira
in breve è finita in una
bara
mi toglie per un attimo il fiato
morta
usata dal suo sposo
da lui trattata come una
ba
mbo
la
dai suoi figli trattata come una
ba
mbo
la
per suo padre sempre stata solo
una
ba
mbo
la
parole scandite
sillabe
sempre
più
a
fo
ne
la voce
scen
de
in
go
la
si chiude il sipario

ma io no
io sono ancora
vi
va
e penso che
nessuno tratta come una bambola
me

nè tu
nè gli altri
nè il mio eccentrico padre
ecco
ecco perché
ecco perché sto uscendo con te
all'improvviso nel casco
un odore crudele
gli occhi si gonfiano
la gola si chiude
il naso e i suoi indelebili
ricordi ricordi ricordi
ricordi infantili
non immagini
ma impercettibili odori

fermati ti prego non posso respirare
non posso più tenere a distanza
ciò che mi ha fatto molto male
ricordo quell'odore
l'odore della pelle di uomo e di fumo di sigaretta
ricordo l'odore di un uomo molto più grande
un uomo con camicia stirata
un fumatore
ecco perché esco con te
quell'odore mi è familiare
è naturale
è vitale
ho bisogno di fare una telefonata
molto troppo rimandata
forse è già tardi
dammi solo due minuti
ma poi portami a bere
il pavimento si sta sgretolando
finalmente
sotto i miei tremanti piedi





(roma 20.1.2014)

11/01/14

al di là delle rose




i rovi così alti
le spine così lunghe e sporgenti
se anche sorgesse in me il desiderio di dare un’occhiata dall’altra parte
ormai le rose ostacolano i miei intenti
forse è un male
più probabilmente è un bene
rugiada su petali delicati e lacrime sulle rosee guance
chi ascolterà dunque le mie sottili melodie
ammirerà le mie danze?
le rose e le loro spine
le rose e le loro spine




 (roma 11.1.2014)

08/01/14

so io





so io quel che hai fatto
mi sei venuto dietro come amico
poi hai soffiato note impolverate da un vecchio spartito
poi mi hai corteggiato
raggirato
inebetito
con l’arte del non sai che ti perdi
posso avere chiunque altra ma è te che voglio
e così mi hai venduto il tuo fumo
spacciato l’arsenico per aleatico
mi hai accecato con le tue battute e con il tuo millantato credito
l’altra faccia del masochista sai qual è?
il sadico
vomito

so io quel che hai fatto
hai avvistato tra le gatte
la più tosta la più fiera
ma allo stesso tempo la più schiva e la più sfuggente
e una volta portata a casa tua
le hai chiesto di poter tagliar via le unghie a lei necessarie per la difesa
di accorciare i suoi lunghi baffi con cui al buio usa prendere le misure della paura
di lavar via con una passata d’acqua le tracce degli altri gatti prima di te
hai preteso che andasse d’accordo con i cani del vicinato
e che si abituasse addirittura al guinzaglio
ma è solo una gatta randagia
ricordi?
non ancora il tuo clamoroso sbaglio

so io quel che hai fatto
hai provato sollievo per un attimo
le cose fileranno lisce
ti sei detto
ci teniamo per mano al cinema
questo non sarà l’ennesimo buco nell’acqua del cazzo
lei è una principessa
la più bella della festa
a lei affido il mio vecchio cuore le mie allentate corde
la mia testa
ma quella testa è malata
piena di poesia e anche di rabbia attorcigliata
nascosta così bene che a sentirti parlare
si resta incantati dai tuoi aneddoti inventati e pescati nel profondo e buio mare
il re della battuta
il re della festa
il re del blues
il re della merda accumulata

io per quanto mi riguarda ero impegnata a smaltire la mia
dalla mattina alla sera
e inoltre
la principessa non può (per contratto) fare il turno da infermiera

so io quel che hai fatto
hai scelto un bel nome e creato un ruolo a quel nome adatto
solo in seguito la mia analista mi mise in guardia
disse alessia stia attenta a chi la costringe in un ruolo
non è interessato a lei
ma al ruolo da lei svolto
ed eccomi dunque qui ad andare in giro con te accanto
alto spiritoso e forse già di nuovo completamente
fatto
perfetta io no? bionda fragile e di talento
solo ha il suo caratterino
peccato che ogni tanto parli
altrimenti sarebbe tutto perfetto

so io quel che hai fatto
come robert johnson hai venduto l’anima al diavolo
hai scambiato il mio corpo con la tua polvere sopraffina
tirando su con il naso dalla mia testa ai piedi il mio profumo di neonato
facendomi per un po’ credere divina

quando c’ero io lei spariva
quando io non c’ero più già immediatamente lei tornava

io e la tua preferita
sempre in lizza per il primo posto nei tuoi pensieri
nei tuoi pezzi
tra le tue dita
ma a sto giro ha vinto lei
più di me certo avvezza alla partita
la gloriosa
imbattibile
irresistibile
candida

eroina




(roma 8.1.2014)

tu io e il maledettissimo dirsi tutto




tu non mi sopportavi
io avevo bisogno di conoscere il mondo
tu ti addormentavi davanti alla tv
io riempivo fogli su fogli con parole di rabbia che non contenevo più

tu silenzioso ed impotente
io frenetica e distante
tu atterrito da tanta violenza
io delusa e pentita di aver lasciato così presto la mia soppalcata stanza

tu avanzavi
io mi giravo dall’altra parte
tu tornavi sui tuoi passi
io ti venivo incontro
ma nascondevo nelle tasche pesanti sassi

ora eccoci qui
su un divano troppo stretto
dopo tanto penare
parole alla mano e tisana di melissa zenzero e miele
mani intrecciate come due corpi in un letto
io azzardo un’ipotesi
tu trattieni invano ciò che sbuca prepotente dai tuoi occhi
non te l’ho mai detto
ma ecco che una volta tanto sono sincera
tu parli finalmente
verità mai rivelate
dure
necessarie
ritardatarie

tu non mi sopporti
io incasso e penso di dovermela beccare
solo che dopo tutto questo dolore
credo che dovresti almeno fare qualcosa per farmi sentire molto
bene
ma non lo sai cosa fare
gli occhi tradiscono il tuo smarrimento
e di certo non sarò io a dover suggerire
come scopare una donna
come farla crollare
come farla urlare implorare e giurare che questo non è tradimento

tu non mi sopporti non mi sopportavi eppure taci
e io voglio al contrario litigare
in continuazione
voglio essere odiata
adorata
leccata
schiaffeggiata
annusata
risucchiata

giammai sopportata

guai a te se ripeti ancora quella parola
odiosa

ora è tardi
torna dalla tua fidanzata

noto che non ti mangi più le unghie fino all’osso
si vede che stai molto molto meglio
tu dici volevo solo una storia normale
io faccio una smorfia
tu non hai pietà nemmeno a natale
io andrò a londra
tu ti farai una famiglia
la tua donna rimarrà incinta
io verrò alla vostra festa stringendo in mano il mio regalo
il mio ultimo disco
tu mi sorriderai con gli occhi rossi
gli stessi di quando ti lasciai
gli stessi di tuo figlio
gli stessi di settembre
ma forse è un abbaglio

e vedo solo ciò che voglio




(roma 8.1.2014)