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04/08/18

ritiro del silenzio: giorno 7





come faccio a non pensare al Vivaro
apro la finestra monacale della mia stanza
6 del mattino
si affacciano due alberi sorridenti
e un prato verde come il verde di photoshop
entra quell’arietta fresca e il profumo
quel profumo che mi ha accompagnato per tutta l’infanzia
d’estate
rugiada erba falciata umidità terra muschio
quel profumo di vita
quel profumo ti dà l’idea che tutto sia non solo possibile
ma a portata di mano
voglio bene a tutti
anche quelli a cui non voglio più bene
mi rimetto dentro al letto
penso alla mia zia adorata che posizionava un bicchiere di latte fresco ad ogni angolo della casa
nella speranza che lo bevessi dato che ero sottopeso e non mangiavo niente (anni dopo si sarebbero pentiti)
penso allo zio che per le mie feste cucinava i carciofi alla brace nonostante il caldo mese di giugno
penso a mio cugino che scattava foto a noi ragazzini e si manteneva in un’affettuosa ombra
il cuore mi scoppia
il profumo dei ricordi mi invade le narici
sto per piombare in una malinconia quando…
din don don din din din din

le campane delle 8!
sono in ritardo per la colazioneeee
(cristo!)
anche se è domenica non cambia il programma secondo The rule: colazione tassativa ore 7.30

la pioggia e il grigiore del cielo non accennano a lasciarci
mi avventuro sul sentiero verso il paese
con l’obbiettivo di una felpa più pesante
una smaltita dei pasti non proprio humble
un contatto ravvicinato con la natura

il sentiero è breath-taking
ai lati i campi verdi e gli alberi secolari
foglie di piante che ricordano capelli fini di bambini e poi di vecchi quando sono secche
bacche e frutti di bosco di ogni tipo
ritrovo persino e bacche bianche che schiacciavo al vivaro e non vedevo da 30 anni
profumi di tutti i tipi invadono il mio olfatto e mi suggeriscono emozioni e immagini lontane
suoni di uccelli stranieri e intonati
un curioso animale colorato mi taglia la strada con il muso all’insù e il fare altezzoso
l’insegna avvisa
attenzione rallentare: attraversamento fagiani
pure!!!




mio padre mi portava sulle montagne innevate e d’estate rocciose
mia madre mi insegnava a sdraiarmi al sole di fronte al mare
i miei zii mi viziavano nel verde della campagna


attraverso il ladies walk che mi porta in paese
cammino per quasi un’ora ma non sono stanca
mi premio comunque con una seconda e vera colazione
in un baretto molto busy di ryde
scopro con sorpresa che non sono gli inglesi ad essere negati con cappuccino e cornetti….
…. è solo londra!
mi servono un cortado (piccolo cappuccino) e una ‘raisin croissant’ che mi esplondono in bocca!
e posso qui confermare che questa è la
prima colazione all’altezza di quella italiana da quando vivo in inghilterra
(4 anni)

compro un maglione di pura lambwool al prezzo stracciato di 10£ (senza contrattare)
prendo il bus n. 9 e me ne torno dal mio padre nicholas
gli mostro il maglione e gli faccio toccare la morbidezza della lana
spero in un complimento da parte sua sull’affare fatto
ma
niente

impressioni degli italiani visti dagli inglesi emerse all’abbazia:

gli italiani sono tutti cattolici (e credenti)
essendo italiana so fare la pasta in casa
essendo italiana ‘sicuramente adorerai i cheese maccheron’
gli italiani gesticolano e non riescono a dire una frase senza muovere le mani
sei mai stata in sicilia Alicia? e quindi hai conosciuto la ‘mafia’?
gli italiani e i francesi si somigliano: tutto gira intorno al cibo

quiz: indovina quale stereotipo mi ha fatto scattare e perchè


pranzo con le nuove deliziosi ospiti e la veterana (ora oblato) julia
vino rosso offerto dai monaci per la ceremony
un vassoio con la scritta
vigitarian (per me)
zuppa di pomodoro
pasticcio molto pretenzioso (gigantesca zucchinona riempita di riso piselli e besciamella)
patate e rape bianche al forno
e …. sorpresa sorpresa visto che è domenica
il dolce
apple pie fatto in casa con scodella di custard bollente da adagiarci sopra
io e la mamma mezza canadese sfacciatamente facciamo il bis
julia tutta inglese invece non osa


nella chatting room con tre ospiti e padre nich
apprendo da padre nicholas che
nel rispetto della regola benedettina della povertà e umiltà
il cibo non si spreca e si cerca di riutilizzare il più possibile
tutti gli avanzi dei pasti della settimana finiscono nella zuppa del lunedì:
salterò dunque la zuppa lunedì

il ragazzo nuovo che mi ha raccontato la barzelletta sugli italiani
christ (opher)
è sempre vestito di verde dalla testa ai piedi
da tre giorni la stessa maglietta con scritta Trains
mi sembra leggermente picchiatello e soprattutto non capisco nulla di ciò che dice
gli ho chiesto:
come mai sei vestito di verde dalla testa ai piedi?
non faccio a tempo a finire la domanda che father nicholas si spazientisce
trova fuori luogo la mia domanda e mi azzittisce con un
e tu perchè sei vestita di grigio invece…?
e sbuffa

christ fa il carer
cioè si occupa di persone con problemi mentali o malattie rare
e io che pensavo che avesse lui bisogno di assistenza

lavora in una casa di cura per malati affetti dalla rarissima
sindrome di ‘prader willi’
che li spinge a mangiare in continuazione
(potrei soffrirne)
riducendoli quindi in fin di vita o alla meglio con grossi problemi di diabete

non solo sono affascinata dal suo lavoro
ma anche da un particolare del viso di christopher:
il ragazzo ha uno strano movimento del labbro inferiore che mi ipnotizza
alla fine di ogni frase
spinge il labbro inferiore all’insù come a rimangiarsi le parole dette
o a inghiottire il labbro superiore
non posso evitare di guardarlo
lavora come carer da due anni
fa turni di 12 ore al giorno
uno dei suoi attuali pazienti ha solo 12 anni
il compito principale di chris è di tenerli lontani dal cibo
tenerli occupati con varie attività artistiche e ricreative per allontanarli dal frigo

i miei ultimi due anni di vita
un periodo nebuloso ma non privo di scoperte
dovendomi confrontare con avversità ai miei occhi insormontabili
so di aver fatto del male e so anche di non essere stata in me
ho capito poco di quel che mi è successo
ma ricordo benissimo chi mi è stato accanto sempre

nebbia e grandine hanno sconvolto rabbuiato e deviato la mia mente un tempo vivace e limpida
ho pensato di impazzire
ho pensato di essere sempre stata pazza
sono impazzita

in questi ultimi due anni mi sono confrontata con la morte
e poi con la vita
la morte di qualcosa che si è sempre avuto
e che si dà per scontato ci sarà sempre
invece da un momento all’altro non c’è più
-è la natura-
dicono i medici distaccati
appena la morte ti si piazza davanti con la sua sfacciataggine e fretta
ecco che lì sei costretta a pensare alla vita
vuoi vivere a tutti costi
vuoi far vivere
vuoi mettere al mondo una vita e continuare a vivere attraverso un’altra vita
per contrastare la morte?
forse
spietata e veloce
la morte non aspetta
la vita manco
io sempre stata lenta e in ritardo su tutto
la vita mi ha dato una bella lezione
si ma cosa ho imparato?
non so ancora
ma eccomi qua
viva e vegeta e di nuovo un pò blogger
il corpo è diverso
la mente anche
ma la penna è la quasi stessa


am I wight?



(isle of wight 13.8.18)

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