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02/08/18

ritiro del silenzio: giorno 10






toc toc toc

sono viva o morta?

toc toc toc

il suono si intromette nel mio sogno:
perdo portafogli e cellulare in mare
perchè una mia amica cretina e incinta mi fa cadere dalla barchetta tuffandosi in acqua

toc toc toc

apro un occhio

benedict
il tuttofare
gonfio d’amore
bussa alla mia porta alle 7.32 del mattino non sapendo cosa rischia
-yeah?
ma penso fucking hell!
-ti devo dare una cosa
-non puoi lasciarla di là?
-no non posso vado via tra poco e penso che ti serva!

porco qua e porco là
mi infilo una felpa e pantaloni al contrario
gli apro con stipite e un occhio mezzo chiuso
(gli somiglio ora)
mi allunga una tessera settimanale del bus
un ospite dell’abbazia sta partendo e lui gli ha chiesto di lasciargliela per darla a me
si è ricordato che ho perso la mia
…..

continuo a perdere cose
continuo ad avere indietro le cose che perdo
lezione?
insegnamento divino?
culo?
tutti e tre?

15 agosto
happy assumption!
dopo il servizio divino dell’1.00
(sext- da non confondere con quella pagana: sex)
pentiti e lavati dai peccati ci avviciniamo al refettorio
il pranzo di ferragosto è un disastro
cavoli e verza bolliti senza olio o niente
pollo rosa probabilmente ancora vivo con gravy per le altre
un pasticcio di fagioli (pasticcio è la parola giusta) per me
un dolce bruciacchiato con uvette
con tutto questo mal di dio festeggiamo l’assumption


fingo di mangiare
subito dopo scappo al tea shop di fronte all’abbazia
travolta da sentimenti non proprio cristiani nè monacali
cerco rifugio cibo calore lussuria!

sono pazza della chef del farm-shop
non ho toccato cibo e mi rode pure il culo dal momento che ho appreso che
mia madre sta sfacciatamente festeggiando in un bosco sulla salaria con il bendiddio
chiedo aiuto a Chris (la chef)
è felice di poter cucinare su richiesta
mi apparecchia un piattino niente male
finalmente è ferragosto
cristo
cristo
cristoiddio
alè!


al tavolo accanto siedono i due terzi della famigliola cattolica fervente
hannah e la madre vera
hannah sta divorando un sandwitch con patatine
anche lei non è riuscita a godersi il pranzo dell’assunzione al monastero

vera non mi piace:
molto sorridente e sempre positiva
ma in fondo falsa e invidiosa
guarda sempre nel piatto degli altri per controllare se ricevono di più di lei

ogni tanto caccia fuori grossi strafalcioni cattolico-cristiani
dopo due tre convenevoli infatti esce fuori il discorso sul
matrimonio
mi chiede come mai non sono sposata
io rispondo che non
-credo al matrimonio-
lei sbianca
mi guarda con occhi sgranati e scandalizzati
indica con la mano paffuta sua figlia hannah e aggiunge
-ti prego: non in sua presenza per favore

tal reazione mi disturba notevolmente quindi mi affretto a chiarire
-beh questa infatti è la MIA opinione sul matrimonio
sono sicura che hannah essendo si giovane ma anche intelligente
si formerà una SUA idea sull’argomento

sfodero dunque un irresistibile sorriso e mi siedo al mio tavolo
confido nel conforto del cibo
arriva il favoloso tagliere mandato dalla chef
dalla cucina mi fa cenno di sedermi e di pagare più tardi
al che vera mi guarda stupita e mi apostrofa
non ti fa pagare per il pranzo????
la trovo già molto fuori luogo
e continua con un atteggiamento che non amo
le dico che probabilmente pagherò dopo il pranzo
ma lei non è soddisfatta:
ma noi paghiamo sempre ‘prima’ del pasto come mai tu non hai pagato??!
-non lo so… ma probabilmente pagherò dopo… ma come mai ti interessa così tanto?
-mah solo curiosità…. come hai fatto a diventare così amica della cuoca?
-con l’aiuto di Dio

quando arriva il mio piatto
vera lo sbrana con gli occhi nonostante il suo pasto al monastero non sia stato proprio leggero
mi chiede di assaggiare questo e quello
sono tentata dal dire tante cose
tipo
ti prego non essere così invidiosa: non in presenza di una bambina di dodici anni

ma sono superiore e soprattutto ho dinnanzi
pomodorini dell’orto scottati alla griglia sopra un letto di insalata fresca
un brie e un gorgonzola da sparare su una baguette appena sfornata
e non ho proprio voglia di educare gli altri

mai come adesso ho avuto spazio e tempo per elaborare il ‘lutto’
come dicono i colti adesso
il lutto della perdita delle persone importanti della mia vita
ho una famiglia molto numerosa
sono stata travolta da molto amore
alcune delle persone che ho amato di più se ne sono andate
ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa o lasciato un ricordo di qualcosa
alcuni mi hanno lasciato il ricordo di un loro ricordo
altri mi hanno lasciato dei sapori
altri ancora mi hanno lasciato insegnamenti e valori
non ero mai pronta a perderli
non lo sono tutt’ora
essere atea di certo non mi ha reso le cose più facili

come mai sei atea?
mi chiedono spesso qui
dal loro punto di vista è come quando io chiedo
-come mai sei credente?

mi sono dunque ritrovata a ricordare un paio di episodi dell’infanzia
che riporto fedelmente (per quanto la mia memoria labile mi renda possibile)

sui 10 anni mi misi a frequentare le
coccinelle
versione femminile dei boyscout
nella parrocchia rionale s. cosma e damiano a rione monti

ricordo diverse attività ricreative a sfondo religioso
non era male nel complesso
il problema era
almeno per me
che non tutti ottenevano l’ambitissimo basco a pois:
il baschetto rosso di panno e con i pois neri che ricordava colori e forma dei simpatici insetti a pois rossi e neri

ricordo infatti una specie di cammino da percorrere
o meglio un punteggio da raggiungere
per essere benedetti con il basco a pois
sulla bacheca di una stanza della parrocchia
spiccava un enorme disegno di un sentiero che si apriva la strada verso un bosco
c’erano piccole coccinelle di cartone appuntate sullo stesso con puntine colorate
sopra ogni coccinella un nome corrispondente ad ognuna di noi
alla fine del sentiero si otteneva il basco a pois
le suore o i capi-coccinelle decidevano chi progrediva
chi rimaneva fermo
chi retrocedeva nel sentiero ogni settimana
a seconda di buone azioni o buona condotta o diosolosa cos’altro

io ero sempre l’ultima del sentiero
cioè ero sempre all’inizio del sentiero
non retrocedevo nè progredivo
ma non ne capii mai la ragione
frustrata ma determinata andavo avanti
sperando nel basco a pois

un anno ci portano in gita
in un bosco chissà dove
pochi giorni in una struttura gigante
lontani da affetti e cari
costretti ad orientarci nel bosco per mezzo di una bussola
i miei
pur di sbarazzarsi dell’unica mocciosa
mi ci mandano entusiasti

la prima notte faccio pipì a letto
(niente di più facile essendo la mia prima volta fuori casa con più o meno estranei)
le suore per insegnarmi la disciplina
…..
-esibiscono il mio materasso con la macchia della pipì nel corridoio-

io mi chiudo in bagno e non smetto di singhiozzare
quando esco telefono a mia madre
mia madre si precipita lì e fa un cazziatone alle suore
poi cucina per tutti un favoloso spaghetto dei suoi
non ricordo più se poi mi riporta a casa o mi lascia lì



e poi ti chiedono perchè sei atea




(isle of wight 16.8.18)

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