05/04/13

a poche cose sono insofferente come




poche cose sono insofferente come

-al musical a chi lo fa a chi compra il biglietto e a chi ne cita i passaggi più significativi
-alle scarpe con i tacchi alti a spillo portati sotto i jeans
-all’alito dei cani
-alla pioggerellina che non ha vanta nè l’affidabilità di un cielo terso né le palle di un temporale
-a quelli che sapendo che abiti al piano terra dopo un paio di tentativi di chiamare il tuo nome invano- bussano alle imposte
-ai gestori dei locali che ti dicono di richiamare all’infinito non dicendo né si né no
-a chi ti chiede il segno zodiacale e poi aggiunge –lo sapevo-
-ai seduttori incalliti con moglie e figli che li aspettano a casa inconsapevoli e annoiati
-alla pasta al tonno con il sugo
-ai fanatici di religione politica etica o morale che con la scusa della propaganda distribuiscono tracotanza
-agli intellettuali o ai timbracartellino (stessa pasta) invidiosi dell’arte
-agli artisti che rispondono “l’opera parla al mio posto” all’ingenua domanda “questo quadro cosa rappresenta?..” ( metri e metri di carta igienica attaccata su un pannello dieci metri x dieci)
-alle donne che parlano di uomini (..hanno paura)
-agli uomini che parlano di donne (..dopo un paio di birre me l’ha data)
-ai cani bagnati
-ai cani allegri
-ai cani sguinzagliati
-ai cani
-alle famiglie che parlano come avessero perso l’individualità “noi facciamo…noi andiamo..”
-ai genitori e ai loro figli oggetto
-alle madri che usano come scusa il figlio/a quando non hanno voglia di uscire ma non “possono lasciarlo-a da solo-a”- (figlio all’università ultraventenne fuori corso)
-chi va dicendo che a new york si mangia da dio
-ai demolitori di sogni
-a chi pensa di saper cucinare e ti costringe ai suoi piatti dell’orrore
-a chi guida male e ad intermittenza
-a chi parla male
-a chi sogna male
-a chi si diverte male
-a chi è sciatto con le note
-a chi chiama alle otto e mezza del mattino chiedendo ti ho svegliato?
-a chi butta là “tu sei proprio matta!” pensando di farti un complimento
-alla mia pelle trasparente che si ustiona al primo sole
-agli insofferenti (io)
-a quei geni che accalcano le entrate e le uscite degli autobus (nonostante il mezzo sia semivuoto)
-alle liste



mi correggo
sono insofferente a tante di quelle cose
che dovrei aprire un altro blog
eh che a volte mi sento mancare la terra sotto i piedi
figuriamoci
le rose


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