23/01/14

allah solo lo sa



piove a dirotto
e chissà come ti chiami tu
sul ciglio della strada sotto le luci della ribalta del teatro
speri in un riparo dall’acqua
e da diosolosa cos’altro vien giù
una coperta e una specie di carrello: una tavola di legno quattro rotelle
nient’altro
una testa un petto un collo
tutto il resto se l’è portato via allah
o forse un’esplosione la guerra o il cancro
che importa
però cristo santo
impossibile passare avanti
far finta di non
quegli occhi liquidi mi inchiodano
mi seguono
blocco il passo
recupero le forze le parole la mimica facciale
vigliaccheria e vino bianco
piove a dirotto
e chissà come ti chiami tu

vuoi qualcosa da mangiare un panino?
non capisci e non parli italiano
nero senzatetto e tagliato a metà
je ne comprende pas
si ok un amico parla il francese
siamo a cavallo
sei
musulmano e mangi solo pesce verdura o pollo
ecco
ti lascio anche il mio mal ridotto ombrello
ma non ho altro
tu invece si
hai molto più di ciò che ho io
o di ciò che mai potrei desiderare
più di mille panini o di mille religioni o di mille dimore
non hai più una vita
e nemmeno piedi  gambe cosce pancia sesso
ma conservi energie per lanciarmi almeno questo
uno sfacciato sorriso
e niente più qui mi sembra lo stesso





(roma 23.1.2014)

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