20/07/13

all of me




lui: attenta che lui ci prova facile..
io: eh ma ormai a quest’età penso di aver imparato a difendermi….no?
l’altro: a diciotto anni già hai imparato…?

la mia pettinatura a forma di corna sortisce sempre l’effetto sperato

casse che gracchiano
luna promettente
aria fresca e pericolosa
drink a piedi nudi sull’erba morbida
doppio cuscino sotto il sedere
tasti da spingere per dar forma al sogno
bambini abbronzati e sorridenti
madri distrutte ma sopravvissute alla vacanza con i bambini abbronzati e sorridenti
musicisti sudati cielo nuvoloso profumo di evasione
uno non ha capito nulla perché io non mi faccio mai capire
l’altro ha capito troppo perché io mi devo pur consolare
un bassista-ballerino porta le birchenstok
si droga con il mio blog
ma aimè poi finisce a perdere sangue nella mia cucina
non so se è una cosa carina
ma fa rima
non cancello non cancello mai nulla
semmai sposto taglio nascondo
ma non cancello
rimshock al completo stasera e uno di loro ha pure un paio di gemelli
cugini cognati amici di cugini amici di cognati mah sembra che tu abbia quindici anni
una misteriosa signora telefona e minaccia di chiamare i carabinieri
tutti consigliano qualcosa
tutti guardano altrove
io provo il microfono e provo anche un nuovo colore
la scaletta inquinata da romagna mia e la società dei magnaccioni
vino rosso scadente parmigiana di melanzane fresca e un po’ cruda
bocca aperta con orecchiette primavera al dente
non si capiscono le parole
non si sentono le parole
le parole non importano importa l’amore
un talentuoso jazzista dai tre baci sbuca da una siepe
suona il sax infiamma una canzone e si rinfila nella siepe
il buio si fa largo sul palco
le ombre sostituiscono i lineamenti ispirati
penso
non si è in pace fino a che non si è amati
il marito in carne ruba dal mio piatto un pezzetto di pane sciapo
la moglie magra e attenta lo riprende e lo invita a non ripetere il gesto sfrontato
a rischio: il matrimonio
ma così non riuscirò ad abbandonarmi così proprio non posso
il regalo di compleanno infilato dentro a una busta dall’intestazione
azienda ospedaliera s. andrea
questo si che è voler bene
una maglietta con un filo da cui pende un’enorme etichetta
fa troppo ridere ma non voglio sembrare la solita stronzetta
un paraurti tenuto fermo da uno spago incerto
non sarà ancora il momento ma a dire stupidaggini faccio certo sempre in tempo
dio come sono disordinata
casa mia è impresentabile me ne accorgo soltanto quando non sono io a doverci entrare
accidenti
dovrei  lavare i piatti ridipingere i muri piegare i vestiti buttare le infradito semidistrutte essere più gentile spolverare le foto
insomma maturare
sorride tra le note di all of me e il suo sorriso non fa presagire nulla di buono
mi arriva sotto l’ascella destra e fa una strana smorfia mentre canta ma
non c’è che dire
rispetto a me è molto più femminile
meglio andarsene perché non ho mai avuto il gusto del perverso
confusa divertita inquieta o contrariata?
dovrei forse anch’io fare ogni tanto una cosa normale
farmi la manicure
appassionarmi a 50 sfumature di grigio
sostituire una spaghettata con un’insalata
chiedere il segno zodiacale
farmi una nuotata
abbassarmi ad accarezzare gli animali
dire piuttosto che
andare al mare
ma questa qui è la mia vita per il momento
stia tranquillo chi ne sta fuori
cerchi di uscirne chi ci sta dentro






(roma 20.7.2013)

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