i giorni mi si spalancano davanti
ingenui
faccio progetti a breve scadenza
i target pretendono
le persone blaterano
gli idis ebra vanno e vengono
più che altro vanno
ho il libro da finire
poco spazio sul portatile
la pelle sempre più secca
non c’è crema che tenga
mi si sbucciano le mani come una cipolla
sono sempre più distratta
la memoria vacilla
scordo tutto
bianco o nero
urgente o irritante
frivolo o importante
e suono
suono il pianoforte
forse in tuo onore
forse per farmi coraggio
ricordi ti ho suonato la mia versione di I wanna dance with somebody?
dicevo di averla arrangiata
invece avevo quasi solo arricchito un pò gli accordi (come mi fai notare tu con garbo…)
poi ti ho suonato Vedrai vedrai
e tu impartisci il consiglio tecnico sul passaggio alla voce di testa (che padroneggio brillantemente a tua detta..)
suonare con te nella stanza
suonare per te
emozione o soggezione?
mi hai insegnato molta della vita che vivo
mi ritrovo a fare dire ridere muovere pensare..
come te
ti ho dentro nei muscoli nel cervello nelle dita
starò impazzendo
qui stiamo tutti bene
nessuno ha fatto cazzate
almeno non all’altezza della tua
voglio passare da un letto all’altro
per provarti che sto una favola
voglio scrivere un centinaio di pezzi
per provarti che non mi servono la tua armonia e i tuoi solfeggi cantati
voglio ridere fino a piegarmi in due e ballare fino alle 5 del mattino
ma senza bere un goccio di alcol
e non mi serve la tua maglietta
per ballare nè la tua fotografia sul comodino per addormentarmi e sognare il nostro
mare
non mi serve la depressione
e non mi serve tutto questo dolore
per stare male
(london 4.10.19)
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