03/01/16

il palco: fine o mezzo?





mi tormenta non poco e da un pezzo
la performance non è il fine
ma il mezzo

amici e conoscenti
perché non vai lì perché non fai così perché non chiami questo perché non contatti quello
a gran (mia) sorpresa

perché non voglio!

non voglio attaccarmi ai fili di erba bagnata
per non esser trascinata via dal vento

niente è mai stato
-a tutti i costi-
 cantare suonare esibirsi ..“farcela” a tutti i costi?

ma quella è televisione
è la performance alla Saranno famosi
è gara
competizione
X factor
show
chi più va in alto spacca
chi ha più il look buca
chi è più sfacciato vince
chi è più chi è più..
sempre più spesso vado cercando chi è meno

l’arte è dunque come una gara di nuoto?
ma io sto male con la cuffia e ho già vinto una decina di medaglie lì su a far la muffa

il palcoscenico ha scacciato via la mia angoscia
grazie
ora gli voglio mostrar riconoscenza
smettere di sfruttarlo come vetrina del mio talento

-l’applauso del pubblico come l’abbraccio di una madre-
dice
ma dentro all’abbraccio non ci voglio soffocare
ci voglio stare ogni tanto
quel che basta per restituire quell’abbraccio infernale

da un po’ di tempo non ho niente da dire
ho braccia molli ed è tempo di evolvere o morire

off
non commento
non scrivo una nota
non tocco il pianoforte
passiva e impassibile
guardo dalla finestra
svogliata e apatica
ascolto i suoni
bevo l’esterno
ma nemmeno tutto
anzi quasi niente
ho veramente voglia di poche cose
mangiar bene
leggere è un’ossessione
scrivere forse
ma solo ogni tanto
e con calma e per favore

il palco del resto
è solo un posto come un altro:
uno spot fa luce su una storia
su un racconto
su un messaggio
se il messaggio non c’è
esibirsi non è né necessario nè ha senso per me

un grande cambiamento è in atto
cambio pelle come un serpente
come un albero
lascio cader le foglie della mia chioma non più verde
il vento è mio amico
spazza via i rami secchi e mi restituisce al cielo ancor più splendente


(londra 3.1.2016)

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