24/06/15

3° turno alla vecchia aquila





ho scoperto che il proprietario del pub
mi stima e ha detto che gli piaccio
tiro un sospiro di sollievo perché è brusco e ombroso
si piazza a un tavolo e gioca a carte con i suoi amichetti ottantenni
mi guarda in cagnesco e mi ha ripreso già un paio di volte

il pub è obiettivamente delizioso
non lo dico perché ci lavoro io
strumenti musicali di tutti i tipi attaccati alle pareti
chitarre vecchie come il (buon) vino
fisarmoniche
rullanti
tamburi
un’intera vetrata dipinta a mano affaccia sul giardino interno del pub
dal soffitto sulla vetrata pendono decine di ‘allarga-scarpe’ di legno
non chiediamoci il perché
profumo di pub antico
i miei vestiti sono imbevuti da quel profumo quando torno a casa e anche i giorni a seguire
apprendo che poco più cento anni fa il pub era diviso a metà
bianchi da una parte
neri dall’altra
non c’è da stupirsi se i pub sono frequentati prevalentemente da bianchi

c’è un tipo a cui ho servito un bel po’ di pinte
sta bello sbronzo e ha un accento marcato
mi vede sorridente prende dunque coraggio si appoggia al bancone con aria confidenziale e mi fa
-I don’t want you to get depressed but….
e poi comincia un discorso praticamente in arabo antico
un po’ è cockney un po’ è mbriaco
io gli continuo a dire
I’m sorry I don’t understand you
ma infine scandisce meglio e capisco:
un caro amico con cui di solito bevo qui al pub
è in ospedale e non so se ne uscirà

mi intenerisco al punto che sto per offrirgliela
la settima pinta
ma poi invece gli chiedo i 4 pound e gli dico
-brindiamo a lui
e aggiungo predittiva
-don’t worry: everything will work out fine

moh
speriamo sia vero

la mia collega del turno di oggi è un uomo
appena mi presento mi accoglie con un complimento bizzarro ma apprezzato
-hai una bellissima dentatura
la tipa è piena di tatuaggi su cui spiccano i due su entrambi i polsi dalla scritta minacciosa
(o religiosa?)
--thank me –
è bravissima professionale e svelta
mi illumina sulla corposità delle birre
mi spiega il perché vadano servite in certi bicchieri
c’è un bicchiere che ha un tondino sul fondo che stimola la produzione di bollicine
geniale
vado pazza per questo tipo di cose!
mi chiede se ho un ragazzo e mi racconta della sua ultima relazione con una donna andata male
la tizia con cui stava è partita per l’africa per occuparsi dell’ebola
ha fatto il biglietto senza avvisarla e a cosa fatta s’è fatta uscire la voce

il bartender è un po’ come uno psicologo
i casi umani qui dentro si sprecano
il cliente medio si aspetta la stessa cosa sia dal barista dietro il bancone che dalla birra nel suo bicchiere:
devi essere frizzante accogliente fresca risolutiva capace di fargli scordare che lavoro fa /quanto(poco)guadagna/il matrimonio distrutto/l’abbandono della consorte/la morte di Max il cane fedele compagno di sempre

due amiche centenarie si incontrano al pub
una delle due insiste per offrire
prendono mezza pinta di birra a testa
le servo e mi sento chiamare dal furbo Peter
molto educatamente mi riprende
-non voglio insegnarti il tuo lavoro MA
mi dice
- dovresti sempre riempire il bicchiere fino al bordo… chiedi loro se desiderano che tu lo faccia!
adoro questa conduzione familiare del pub
tutti si impicciano di tutto e di tutti
si salutano anche se non si conoscono
anche se ognuno è seduto per conto suo
ogni tanto si scambiano una parola
mentre attendono che gli effetti dell’alcol addolciscono la fatica da cui si sentono schiacciati
e io verso dolcezza
e mi pagano



(londra 24.6.2015)

Nessun commento:

Posta un commento