16/05/13

la maledizione dell'ateo





malattia
agonia
morte
sgomento
funerale

durante i sempre meno rari funerali
la più disperata
la più pallida
la più atea
sono io
sembro proprio la più fica
volevo dire pre’fica
piango e mi dispero incapace di accettare
della morte
il mistero
il prete va avanti con le sue frasi incoraggianti
secondo il vangelo
-gesù sa quello che fa-
ne siamo proprio sicuri?
-ora scambiatevi un segno di pace-
i riti della nostra religione forniscono suggerimenti lontani artefatti ingabbiati e freddi
ci dica piuttosto la verità se ne ha il coraggio!
non c’è nessun affidabile appiglio nello sgomento
la morte non può non sorprenderci
la morte non può non sconvolgerci
l’agonia di una persona malata non può riconciliarci con qualcuno con cui non abbiamo nemmeno mai alzato la voce: dio
la tragedia è che se non si crede nella vita ultraterrena
e se non si confida in un dio buono che ci accoglierà a braccia aperte
(a meno che non siamo stati dei peccatori…)
la morte è davvero spaventosa
e se si è atei diventa mostruosa
-come
un minuto fa eri qui accanto a me
e ora sei in quell’orrendo mobile di legno -
avoja a pregare
avoja a spargere lacrime ed incenso
avoja a guardare vecchie foto
che ne farò del tempo passato assieme
delle parole rimaste a mezza gola
della paura di sapere di essere rimasta sola
della manciata di cose non dette e non fatte          
della credenza in cucina color melanzana
della tua faccia sempre abbronzata?

stronza
te ne sei andata lasciandomi qui da sola
a cercare di ricordare l’ultima tua parola
fottiti allora!
anzi crepa!

ah scusa
che maleducata




(roma 16.5.2013)

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