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03/10/25

la musica dentro: 'bullshit on a bassline'



sono diventata ‘key holder’!

dopo un durissimo training in prigione.. 

ora ho accesso alle chiavi e posso far evadere i detenuti

(come teme mia madre)

anche io ora giro con una cinta nera di pelle sado-maso legata in vita

catena attaccata per le chiavi e un piccolo ma potentissimo 

fischietto 

mia madre dice che mi si addice tutto questo

e la guardia che ci ha fatto il traning commenta

-ma con le maniere che ti ritrovi non ne avrai mai bisogno…!

non capisco di cosa parlino


oggi in classe molti i nuovi

la metà di loro indossano la maglietta rosso fuoco con il logo del nostro progetto

cosa che un pò mi commuove perchè so che loro ne sono orgogliosi

sentono di appartenere a qualcosa

e poi quel rosso fuoco è un notevole stacco dal solito ‘grigiore’

di magliette tute pareti e umore


si comincia con un esercizio 

forse quello che amo di meno

-sunshine’s on…..-

tutti seduti in cerchio

le sedie sono una in meno dei partecipanti 

uno è al centro e dice qualcosa che si riferisce a lui 

e tutti gli altri 

se la frase si può riferire anche a loro

devono lasciare le propria sedia di corsa e cercarne un’altra

ne rimane sempre uno fuori 

si lo so non avete capito niente dalla mia spiegazione


al centro ora c’è Emily la mia capa

iniziatrice del gioco:

-sunshine’s on anyone wearing black trainers!

tutti scappano a cercare una nuova sedia ….e così via fino a che rimango in mezzo io

cosa che odio 

-sunshine’s on…… anybody who’s been to a michael jackson’s concert!!

tutti fermi 

sconcerto nella stanza

penso di aver pronunciato male qualcosa allora lo ripeto scandendo 

ma niente

tutti seduti

Tom (che so essere un fan accanito anche lui) fa

-what do you mean ‘concert’… you mean on DVD?

-no I mean: a LIVE concert!!!

tutti immobili 

in quel preciso momento mi rendo conto di essere 

matusalemme 

io ero al live del dangerous tour di roma

era il 1992!

molti di questi ragazzi erano appena nati o forse dei bambini

io già adolescente 


oggi ho in programma un pezzo dei miei adorati anni ’90

I believe I can fly 

del famigerato r kelly

mentre i ragazzi si sistemano ai loro posti

sto provando il pezzo al piano ma 

Frank ha dei piani diversi per me:

-miss ma questo è il pezzo del pedofilo? …io non lo canto!!!

veloce come il vento si lancia fuori dalla stanza

la mia risposta un pò da maestrina nemmeno la sente

-we’re here to sing not to judge!…..


Emily dopo un breve consulto e non senza mio dispiacere 

decide di cancellare il pezzo in programma

‘Frank è più vulnerabile del solito’


Emily è sempre attenta alle condizioni dei detenuti e sensibile ai loro cambiamenti 

-c’è stato il processo proprio ieri: si è appena beccato 9 anni di carcere

ha quasi ammazzato un tizio che aveva rubato i gioielli alla figlia 

però come si difende lui

-almeno l’ho lasciato respirare 


cioè tu ha quasi ammazzato un cristiano 

e ti preoccupi di r kelly!?!


passiamo al circle singing

dirigo io

chiedo a tutti di alzarsi in piedi

creo sul momento e assegno un pattern ad ognuno di loro 

fino a creare un mix di armonie riff e body percussion 

con qualche falla soprattutto sulla body percussion 

esce un pezzo un pò claudicante ma interessante 


Tom è di buon umore ma a me

come si sa

è antipatico

quindi quando mi posiziono davanti a lui e lui mi sorride 

io 

-what are you laughing for?

antipatica gratuitamente 

ma dopo di me proprio lui si lancia a dirigere il cerchio in un circle singing

e con mia sopresa è bravissimo


mi tocca anche dirglielo


dopo il break è il momento dell’open mic 

o come lo chiama la mia capa

-sharing 


c’è un ragazzetto nuovo bassetto

ha un foglio A4 ripiegato in 6

mi chiede di rifare il giro di accordi di prima 

(butterflies di MJ)

e gli metto anche uno scrausissimo ‘hip hop’ beat nella tastiera

afferra il microfono come fanno i rapper con due mani


è dell’uganda (ugandese?)

ma il suo rap è in british slang con vago accento

è molto valido e ‘catchy’ ma…aimè ci sono un sacco di

-bitch… bitches… kill… gang…fuck police..

ma è talmente orecchiabile che ad un certo punto tutta la stanza 

(detenuti e noi)

si trasforma in un enorme stereo portatile con bassi taroccati che ripete in coro

-it’s GANG!

siamo tutti felici

incoscienti 

inconsapevoli di quel che stiamo ripetendo e quasi come in trance


mi giro di continuo verso Emily 

cercando di capire dalla sua faccia come regolarmi

posso continuare a dire 

-it’s GANG!?

devo tornare seria e assumere un’aria di disapprovazione?

o addirittura fermare la performance perchè inappropriata??

ma Emily non dà segnali chiari 

anzi anche lei canta -it’s GANG un pò a mezza bocca 

quindi il pezzo continua fino alla fine 

e il tizio si becca applausi e incitazioni dal suo pubblico

(che include noi tre)


il performer viene da me emozionato e mi chiede che ne penso

esprimo la mia preoccupazione per il testo

posso aver frainteso qualcosa visto che 

-it’s not my first language

ma sono sicura che qualche parola fosse

-inappropriate

Emily gli suggerisce di ‘clean it up a bit’ 

dato che sta pensando di farlo esibire all’evento di natale 


la questione dei testi e dei pezzi rimane nebulosa

-appropriati o non appropriati 

chi decide cosa è appropriato?

se eliminiamo un pezzo perchè scritto da un pedofilo o un violento 

come in effetti abbiamo fatto stavolta 

allora che fine fanno tutti i testi dei detenuti

che inneggiano alla cultura della violenza e delle gang

i testi volgari o che parlano esplicitamente di sesso 

riferimenti offensivi alle donne o che inneggiano all’abuso o alla misoginia???


il tema è delicato ma centrale

-la musica si deve dissociare dai suoi compositori? o no?

in ambienti vulnerabili vanno selezionati attentamente argomenti linguaggi e artisti

perchè a rischio di triggerare le sensibilità di alcuni 


ci vediamo al pub di fronte alla prigione

facciamo un debriefing davanti a una birra 


finora sono stata molto liberale

difendendo a denti stretti la libertà di espressione nei testi dei loro rap 

perchè -il contrario di depressione è espressione-

bla bla bla

adesso però comincio a vacillare

ho incontrato di recente un ex prigioniero

si esibiva sul dorso barca-libreria sul tamigi con il suo spettacolo

gira tutto il paese con i suoi versi e tiene corsi nelle prigioni di spoken word 

lui è contrario alla totale libertà di scrittura (che invece noi appoggiamo e accogliamo)

anzi i rap che inneggiano alle culture di gang e violenza le chiama 


-bullshit on a bassline-


-la musica può/deve essere giudicata separatamente dal compositore o le due cose vanno insieme?

il valore di un’opera va a braccetto con quello del suo creatore?

in ambiti vulnerabili vanno proposti SOLO pezzi di artisti integerrimi?

ma in teoria noi con il nostro progetto in prigione 

suggeriamo proprio il contrario: 

chi ha toppato può avere una seconda possibilità 

e addirittura può provare ad elevare la propria anima attraverso l’arte

no?

io sono la musica che scrivo

la musica che scrivo è lo specchio della mia anima

o la musica che scrivo esiste a prescidere da me e dal mio comportamento pur disfunzionale?


food for thought

grossi temi e interrogativi:

forse un pò troppo seri per questo blog…


non lo chiedo mai ma

stavolta lasciate pure un commento!




(londra 3.10.2025)

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