sono diventata ‘key holder’!
dopo un durissimo training in prigione..
ora ho accesso alle chiavi e posso far evadere i detenuti
(come teme mia madre)
anche io ora giro con una cinta nera di pelle sado-maso legata in vita
catena attaccata per le chiavi e un piccolo ma potentissimo
fischietto
mia madre dice che mi si addice tutto questo
e la guardia che ci ha fatto il traning commenta
-ma con le maniere che ti ritrovi non ne avrai mai bisogno…!
non capisco di cosa parlino
oggi in classe molti i nuovi
la metà di loro indossano la maglietta rosso fuoco con il logo del nostro progetto
cosa che un pò mi commuove perchè so che loro ne sono orgogliosi
sentono di appartenere a qualcosa
e poi quel rosso fuoco è un notevole stacco dal solito ‘grigiore’
di magliette tute pareti e umore
si comincia con un esercizio
forse quello che amo di meno
-sunshine’s on…..-
tutti seduti in cerchio
le sedie sono una in meno dei partecipanti
uno è al centro e dice qualcosa che si riferisce a lui
e tutti gli altri
se la frase si può riferire anche a loro
devono lasciare le propria sedia di corsa e cercarne un’altra
ne rimane sempre uno fuori
si lo so non avete capito niente dalla mia spiegazione
al centro ora c’è Emily la mia capa
iniziatrice del gioco:
-sunshine’s on anyone wearing black trainers!
tutti scappano a cercare una nuova sedia ….e così via fino a che rimango in mezzo io
cosa che odio
-sunshine’s on…… anybody who’s been to a michael jackson’s concert!!
tutti fermi
sconcerto nella stanza
penso di aver pronunciato male qualcosa allora lo ripeto scandendo
ma niente
tutti seduti
Tom (che so essere un fan accanito anche lui) fa
-what do you mean ‘concert’… you mean on DVD?
-no I mean: a LIVE concert!!!
tutti immobili
in quel preciso momento mi rendo conto di essere
matusalemme
io ero al live del dangerous tour di roma
era il 1992!
molti di questi ragazzi erano appena nati o forse dei bambini
io già adolescente
oggi ho in programma un pezzo dei miei adorati anni ’90
I believe I can fly
del famigerato r kelly
mentre i ragazzi si sistemano ai loro posti
sto provando il pezzo al piano ma
Frank ha dei piani diversi per me:
-miss ma questo è il pezzo del pedofilo? …io non lo canto!!!
veloce come il vento si lancia fuori dalla stanza
la mia risposta un pò da maestrina nemmeno la sente
-we’re here to sing not to judge!…..
Emily dopo un breve consulto e non senza mio dispiacere
decide di cancellare il pezzo in programma
‘Frank è più vulnerabile del solito’
Emily è sempre attenta alle condizioni dei detenuti e sensibile ai loro cambiamenti
-c’è stato il processo proprio ieri: si è appena beccato 9 anni di carcere
ha quasi ammazzato un tizio che aveva rubato i gioielli alla figlia
però come si difende lui
-almeno l’ho lasciato respirare
cioè tu ha quasi ammazzato un cristiano
e ti preoccupi di r kelly!?!
passiamo al circle singing
dirigo io
chiedo a tutti di alzarsi in piedi
creo sul momento e assegno un pattern ad ognuno di loro
fino a creare un mix di armonie riff e body percussion
con qualche falla soprattutto sulla body percussion
esce un pezzo un pò claudicante ma interessante
Tom è di buon umore ma a me
come si sa
è antipatico
quindi quando mi posiziono davanti a lui e lui mi sorride
io
-what are you laughing for?
antipatica gratuitamente
ma dopo di me proprio lui si lancia a dirigere il cerchio in un circle singing
e con mia sopresa è bravissimo
mi tocca anche dirglielo
dopo il break è il momento dell’open mic
o come lo chiama la mia capa
-sharing
c’è un ragazzetto nuovo bassetto
ha un foglio A4 ripiegato in 6
mi chiede di rifare il giro di accordi di prima
(butterflies di MJ)
e gli metto anche uno scrausissimo ‘hip hop’ beat nella tastiera
afferra il microfono come fanno i rapper con due mani
è dell’uganda (ugandese?)
ma il suo rap è in british slang con vago accento
è molto valido e ‘catchy’ ma…aimè ci sono un sacco di
-bitch… bitches… kill… gang…fuck police..
ma è talmente orecchiabile che ad un certo punto tutta la stanza
(detenuti e noi)
si trasforma in un enorme stereo portatile con bassi taroccati che ripete in coro
-it’s GANG!
siamo tutti felici
incoscienti
inconsapevoli di quel che stiamo ripetendo e quasi come in trance
mi giro di continuo verso Emily
cercando di capire dalla sua faccia come regolarmi
posso continuare a dire
-it’s GANG!?
devo tornare seria e assumere un’aria di disapprovazione?
o addirittura fermare la performance perchè inappropriata??
ma Emily non dà segnali chiari
anzi anche lei canta -it’s GANG un pò a mezza bocca
quindi il pezzo continua fino alla fine
e il tizio si becca applausi e incitazioni dal suo pubblico
(che include noi tre)
il performer viene da me emozionato e mi chiede che ne penso
esprimo la mia preoccupazione per il testo
posso aver frainteso qualcosa visto che
-it’s not my first language
ma sono sicura che qualche parola fosse
-inappropriate
Emily gli suggerisce di ‘clean it up a bit’
dato che sta pensando di farlo esibire all’evento di natale
la questione dei testi e dei pezzi rimane nebulosa
-appropriati o non appropriati
chi decide cosa è appropriato?
se eliminiamo un pezzo perchè scritto da un pedofilo o un violento
come in effetti abbiamo fatto stavolta
allora che fine fanno tutti i testi dei detenuti
che inneggiano alla cultura della violenza e delle gang
i testi volgari o che parlano esplicitamente di sesso
riferimenti offensivi alle donne o che inneggiano all’abuso o alla misoginia???
il tema è delicato ma centrale
-la musica si deve dissociare dai suoi compositori? o no?
in ambienti vulnerabili vanno selezionati attentamente argomenti linguaggi e artisti
perchè a rischio di triggerare le sensibilità di alcuni
ci vediamo al pub di fronte alla prigione
facciamo un debriefing davanti a una birra
finora sono stata molto liberale
difendendo a denti stretti la libertà di espressione nei testi dei loro rap
perchè -il contrario di depressione è espressione-
bla bla bla
adesso però comincio a vacillare
ho incontrato di recente un ex prigioniero
si esibiva sul dorso barca-libreria sul tamigi con il suo spettacolo
gira tutto il paese con i suoi versi e tiene corsi nelle prigioni di spoken word
lui è contrario alla totale libertà di scrittura (che invece noi appoggiamo e accogliamo)
anzi i rap che inneggiano alle culture di gang e violenza le chiama
-bullshit on a bassline-
-la musica può/deve essere giudicata separatamente dal compositore o le due cose vanno insieme?
il valore di un’opera va a braccetto con quello del suo creatore?
in ambiti vulnerabili vanno proposti SOLO pezzi di artisti integerrimi?
ma in teoria noi con il nostro progetto in prigione
suggeriamo proprio il contrario:
chi ha toppato può avere una seconda possibilità
e addirittura può provare ad elevare la propria anima attraverso l’arte
no?
io sono la musica che scrivo
la musica che scrivo è lo specchio della mia anima
o la musica che scrivo esiste a prescidere da me e dal mio comportamento pur disfunzionale?
food for thought
grossi temi e interrogativi:
forse un pò troppo seri per questo blog…
non lo chiedo mai ma
stavolta lasciate pure un commento!
(londra 3.10.2025)
Nessun commento:
Posta un commento