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19/09/25

la musica dentro: kill kill kill



torno in prigione dopo quasi due mesi 

sfoglio la rivista the Voice 

scritta e curata principalmente dai detenuti della prigione

si parla anche di noi e del nostro progetto musicale

Tom il cantante famoso è l’autore dell’articolo 

parla benissimo di noi e apprendo anche che 

il pugno in verticale usato come saluto e segno di rispetto in prigione in slang è

-spud 


la novità è che Red 

superstar del gruppo nonchè mio preferito

non c’è più

l’hanno spostato in altra prigione 

mi è dispiaciuto non salutarlo e non averlo più nel gruppo

ricordo una delle ultime conversazioni:

-ma qui è come una lunga vacanza per me!

esco tra meno di 2 anni 

e quando sto là fuori la mia vita sarà soltanto

musica-studio-lavoro

that’s it

niente più cazzate!


gli credo 


essendo una ‘remand prison’

molti detenuti sono stati rilasciati o trasferiti in altre strutture

oggi ci sono una quindicina di uomini

80% ventenni 90% nuovi 95% neri 


il primo che entra in classe è alto e porta gli occhiali 

non faccio in tempo a dargli la mano per presentarmi che mi fa 

-where are you from miss?

io scocciata di non poter passare per inglese manco al primo ‘HI’

controbatto

-I’m BRI- -ISH 

imitando la pronuncia londinese 

lui ride 

io serissima 

lui si scusa 

ma poi rido io e confesso 

-I’m italian 

-ciao bella!

(un classicone)


Will è un ragazzo nero molto giovane 

arriva completamente -stoned 

strafatto 

stravaccato sulla sua sedia 

mi fissa ma lo sguardo è altrove

vorrei dirgli di sedersi più dritto sulla sedia 

e usare i miei vecchi modi minacciosi e perentori da furher 

ma Emily il mio capo mi ha chiesto di moderare i toni

ok MA le mie maniere più morbide

non riescono a riportare Will alla realtà e non lo sanno stimolare alle attività 

la roba che ha preso è troppo più forte della musica 

dopo un pò chiede di tornare in cella

la guardia se lo viene a prendere 


c’è un tipo nuovo sui cinquanta 

capelli lunghi rasta e bandana grigia

ha una fidanzata siciliana 

mi racconta che quando esce andranno a vivere a imola 

è stufo di questo posto 

non so se si riferisce alla prigione o a londra 

ha un paio di denti d’oro 

un bel sorriso

scrive liriche rap ma il suo stile è inconfondibilmente reggae 

anche come si muove mentre canta

tutto urla…. rastafariaaaaan!!!


Tom arriva in ritardissimo 

come sempre

è diventato molto più umile qua dentro

il suo atteggiamento altezzoso e arrogante 

ha lasciato il posto ad uno quasi fin troppo umile …

quasi mi fa pena talvolta

ma non riesco assolutamente ad esaltarmi quando suona

anzi

a volte accenna due note

quasi creando forzatamente l’occasione per far sentire quanto la sua voce sia potente 

e io ho un brivido di fastidio:

canta con la famosa -patata in gola

come la chiamo io 

non so se vuole arrotondare il suono o che

ma non mi suona genuino


Tom è arrivato in prigione palestrato e magro

fresco fresco di tour

dopo 7 mesi qua dentro ha preso molti chili e molti farmaci 

è pallido e ha gli occhi sgranati


come prevede la forma di base della musica do circulo brasiliana 

ci mettiamo in cerchio 

leggo la prima carta del mazzo:

la forma ‘a cerchio’ permette a tutti di poter vedere gli altri

ed allo stesso tempo di essere visti 

nel cerchio nessuno è superiore o inferiore

il cerchio assicura l’uguaglianza


la sessione procede liscia 

dopo un breve warm up e di ‘echoes’ in cerchio

insegno il pezzo camerooniano 

-bele mama 

divido il gruppo in due e organizzo un canone (round)

l’effetto è buono 

ma quando aggiungo un pò di body percussion

realizzo di esser stata un pò troppo ottimista

ora che non c’è Red

il talento nella stanza si è a dir poco dimezzato

e certo Tom è bravo 

ma è uno su quindici


arriva il momento del break

orribili merendine e biscotti al cioccolato 

squash e acqua in caraffe 

uno dei nuovi mi offre una merendina

-no thank you I’m on a diet…

e nemmeno il prigioniero riesce a dire l’unica cosa da dire a una donna di mezz’età in questi casi

-…but you DON’T need it! 


dopo il break è il momento dello 

sharing 

si alternano cantanti rappers e spoken word poets 

in una sorta di open mic dietro le sbarre


c’è un rispetto reciproco impressionante 

anche i più scarsi performers vengono ascoltati con attenzione e curiosità 


comincia Tom

che sta già strimpellando la sua chitarra 

suona un pezzo che sta scrivendo nella sua cella

‘horror story’

non capisco: il tipo ha belle idee compositive

ha una voce intonata e un bel range e suona bene la chitarra 

ma aimè quando è il suo turno non mi smuove un pelo


il pezzo ad un certo punto dice ‘kill kill kill’

non proprio rassicurante in una prigone 

ma il suo compagno di ala Darren lo trova ‘spirituale’

e anche la nostra guardia preferita miss Cooper

trova proprio quel verso molto profondo 


le mie colleghe si aggiungono alle lodi degli altri

mentre io mantengo un sorriso tirato 

dovrei anche io dire qualcosa ma non mi esce nulla

lui accoglie le lodi con modestia e auto-sminuendosi 

ma anche quello… suona falso! 

dato che tutti hanno dato il loro feedback

Tom mi dà una veloce occhiata

forse si aspetta che io dica qualcosa 

ma non accade


Darren mi ha portato decine di fogli piene delle sue nuove creazioni a penna 

persone stilizzate con coscie e teste giganti  

che al mio occhio sembrano tutte chiavi di violino 

le vuole realizzare in marmo 

oggi si esibisce in uno spoken brevissimo 

tutti stupiti perchè di solito porta dei dossier di 5 o 6 fogli

ora sta imparando le sue cose a memoria 

quando è il suo turno si alza

si posiziona in mezzo al cerchio

chiude gli occhi e recita i suoi versi molto lentamente

aumentandone l’effetto 


è il momento del rasta

attacca un pezzo originale fatto quasi solo di sostantivi preceduti da articolo 

‘the light the passion the screaming the walls the questions the pain the skin…’

ha tatuaggi su mani polsi e dita

è abbastanza credibile ma vorrei che andasse ancora più a fondo


la guardia dal volto e voce angelici

miss Cooper

fa un brillante medley di pezzi in giro di do 


segue il tedesco Kierg che cammina con la stampella

è il più anziano di tutti

capelli lunghi biondo cenere 

lunghe unghie gialle 

e un inconfondibile pungente odore da ‘cella’


cerco sempre di sfuggirgli quando viene in mia direzione

lui non ha il senso dello spazio e dell’igiene 

io invece sono velocissima e cauta

il mio naso è molto delicato e non posso esporlo a tali rischi


Kierg porta sempre brani in tedesco

canta e stona con nonchalance 

mentre canta si mantiene con la stampella e ci guarda uno ad uno negli occhi

è il suo momento e se lo prende tutto

ne ha pochi qui in prigione

non è molto popolare quindi ogni tanto qualcuno lo corca pure


la sessione di oggi volge al suo termine

mentre aspettiamo che le guardie li riaccompagnino in cella 

smontiamo tutto e stacchiamo gli strumenti

il tipo nuovo mi chiede se so

butterflies di MJ 

uno dei miei pezzi preferiti!

mi tocca riattaccare la tastiera 

premere il tastino del drumbeat …e fargliela! 


gli altri tutti intorno

con l’orecchio teso alle guardie che urlano il nome dell’ala

affamati di note vorrebbero non andarsene 

ascoltano in silenzio religioso


-c’è anche una versione delle Floetry di questo pezzo! 

cito il duo britannico nu soul e accenno alla Floacist 

la favolosa poetessa di spoken word del duo

mi sto anche vantando di averla conosciuta

Darren propone

-le puoi chiedere di venirci a trovare?!


così appena fuori dalla prigione

e ho accesso al mio telefono

scrivo a Floacist proponendole di esibirsi per i detenuti in prigione

chissà se mi risponderà e se dirà di si 

ma per essere più cheeky e invitante le cito una dei loro cavalli di battaglia delle Floetry:

-SAY YES


anche oggi il mio dovere l’ho fatto

mi merito un drink

ma chi voglio prendere in giro

io odio l’alcol 

mi merito una cena coi fiocchi



until next time!



(londra 19.9.2025)

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