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30/05/25

la musica dentro: I wanna make it right!


la sessione di oggi è infuocata proprio 

la sala è bollente senza alcun motivo apparente

non si respira e io ho addosso almeno tre strati

la finestra non si tira su o è bloccata

chiedo al più muscoloso dei prigionieri di aprirla

con un dito la tira su e la blocca con una scatola

gli dico 

-you’re a star 

tutti contenti

il problema risolto 

e l’uomo si sente gratificato perchè ha aiutato la principessa indifesa e debole


oggi ci sono circa una decina di detenuti

ma la stanza è più piccola del solito quindi 

sembrano di più

un paio di new entry tipo Mike 

tatuato bianco

voce molto forte e sovrastante

che di lì a poco subirà un netto cambiamento

-can you please keep it down for me?

con la scusa dell’extra sensibilità ai suoni causata dal long covid 

e un pò di passive-aggressive perfezionato qui in inghilterra


poi c’è un certo Rahim 

secco in tuta grigia e sembianze asiatiche 

ha un viso buono e sembra molto giovane

la sigaretta elettronica in una mano ed molto silenzioso


poi arriva Ryan sorridente

sembra una rana

ricordavo il suo volto e la sua voce 

nonchè le sue liriche

ma mai il nome 

lui si ricorda benissimo di me 

e mi ricorda l’esercizio ritmico che gli avevo insegnato quella volta

a novembre del 2024

….


oggi il capo non c’è 

siamo io e altri due musicisti 

un pò in ansia se riusciremo a gestire tutto da soli

la radiolina che uno di noi deve obbligatoriamente avere con sè 

per ragioni di sicurezza

non funziona


comincia la mia collega svizzera Enya

bravissima cantante lirica e non 

che oggi è accompagnata dal suo fidanzato alla chitarra Harris


icebreaker con un gioco nuovo

chiudiamo tutti gli occhi e dobbiamo contare fino a 20

a turno ognuno dice un numero 

mantenendo gli occhi chiusi

se due persone dicono il numero contemporaneamente

aimè si ricomincia da 1!


poi si passa alla body percussion 


poi tocca a me fare il warm up 

porto -bele mama

è un pezzo del cameroon in lingua swahili

insegno tutto a cappella 

perchè non mi hanno lasciato portare l’ukulele


a metà pezzo entra Tom


so che si è offeso l’ultima volta

perchè gli ho chiesto

senza troppi -please thank you very much could you sorry please please thank you regards- inglesi 

se per favore poteva evitare di suonare la chitarra mentre parlo 

ma dato che la mia capa mi ha consigliato di adottare delle maniere più ‘soft’

oggi ho portato spartiti anche per lui


Tom entra in ritardo con una pessima cera 

barba incolta 

pallido ma di umore migliore 

la chitarra in spalla

non fa a tempo a sedersi che gli faccio

-do - sol7 -  do - do- sol7

suona! 


lui senza battere ciglio tira fuori la chitarra di corsa

e mi asseconda

inserendosi benissimo nel pezzo camerooniano

che ormai gli altri padroneggiavano 


poi è la volta di Enia

che accompagnata da Harris alla chitarra 

fa lose yourself di eminem 

la prima strofa la canta proprio lei

e hear hear…. sa rappare! 

o almeno così credo fino a che il microfono non passa a 

Ryan 

uno dei detenuti che a malapena parla la sua lingua

e sicuramente ha fumato qualcosa perchè sbiascica 

fa free style 

improvvisa un rap con una velocità e una brillantezza di testo impressionanti

ha gli occhi chiusi e con le mani accompagna il testo 


dopo di lui è la volta di Mike 

nonostante sia bianco ha fattezze da buldog e non gli daresti una lira 

invece sa il fatto suo e non si fa parlare dietro


poi la volta di Darren 

l’artista grafico con stampella

dalla voce più profonda e i testi pacifisti 


il nuovo Rahim 

è timido ma gli altri lo chiamano ad alta voce e anch’io lo incito

così si convince

anche lui ha pronte delle rime per noi come se le avesse già scritte e imparate a memoria


pensavo fosse chiuso l’open mic ma

Tom si lancia in un free style infuocato e a sua volta mi lascia senza parole

(cosa difficile)

è bravo ma mette molte cose che non servono ogni volta che canta

è come se dovesse provare che è bravo 

carica l’espressività facciale e i movimenti un pò scollegati di mani e braccia

quasi pensi di essere in un video clip

mentre quando suona soltanto la chitarra

è più sè stesso


ecco è arrivata la psicologa della domenica


è il mio turno

insegno the earth song di michael jackson 

ma oggi sono in vena 

quindi condivido la mia storia strappalacrime con una decina di criminali


ero un’adolescente ancora in pubertà innamorata di michael

(quindi all’epoca perfetta per lui)

lo avevo aspettato sotto le finestre del excelsior di roma con il mio migliore amico pazientissimo 

gli avevo lasciato un biglietto nel van 

ero stata quasi portata via dall’ambulanza durante il live del tour Bad 

e poi a 12 anni avevo scritto un romanzo 

battuto a macchina sulla macchina da scrivere nera di mamma 

olivetti

un romanzo dal titolo breve e significativo

io e Michael


che mia madre fece sparire di lì a poco 

con bugie e scuse varie

la storia era una comune storia alla ‘io ti salverò’

in versione pedo-pop 


ho abbassato the earth song di un paio di toni

mi ero resa conto che le tonalità del king of pop

sono irraggiungibili ai più

i solisti sono Tom e Red 

non se lo fanno dire due volte

si squarciano le corde vocale pur di farlo


arriva il break con tanto di squash 

tanto amato dagli inglesi e che io trovo imbevibile 

biscotti vari dai gusti discutibili 

uva fresca 


Tom esce dall’aula 

lo segue il keyholder che si occupa di tenere un occhio sui detenuti 

e anche io esco e faccio la fila per il bagno

ah no scusate -the loo-


la mia capa mi racconta che ha reagito male all’interazione con me

(se non ricordate cosa è successo guardate il post precedente)

ha vari problemi psicologici e non ha lasciato la cella per giorni


allora oggi gli ho chiesto di suonare con me il pezzo di MJ

oggi fa tutto quello che dico senza obiezioni o musi 

mi fa un pò pena stavolta 

fa il bravo bambino e sospetto che tenga al mio giudizio


nel break si avvicina con la scatola di plastica dell’uva 

me l’offre 

stacco tre chicchi dal grappolo

mi racconta che anche lui era un fan sfegatato di michael

non gli è andata ancora giù quella volta che ha partecipato a un concorso

ed è arrivato secondo con un pezzo di MJ 

dico 

-secondo a chi?

-alle spice girls

-ah


dopo il break 

faccio O bella ciao

un classicone ormai in prigione 

e Red ci fa il suo rap-giamaicano con il mio nome dentro 


l’irlandese cattolico si avvicina a fine pezzo

-lo sai che pronunci benissimo l’italiano potresti sembrare italiana

-ehm… I AM ITALIAN!!


finiamo la sessione con l’open mic

è il loro momento

il nuovo chitarrista siede in mezzo a loro

attacca due accordi e Red attacca un pezzo suo

Tom agguanta la chitarra e non smette più

ha un suono e un fraseggio blues

arriva una guardia a controllare

è nero vero

no marrone chiaro o marrone scuro

è nero come la notte 

ha degli zigomi invidiabili

guanti da chirurgo azzurri 

e appena sente il vibe (leggi: andazzo a roma)

attraversa la bollente aula e si mette alla tastiera

che ho momentaneamente lasciato libera 


la guardia è un pianista assurdo!

ha radiolina pistola e manganello nelle tasche della cinta

ma sui due accordi del chitarrista ci schiaffa armonie stra sofisticate


sta diventando la jam session dell’apollo theatre di harlem!

tutti gasatissimi 

me compresa che armonizzo sul ritornello di uno dei rappers


I wanna make it right!

I wanna make it right!

I wanna have them tight!


non so cosa voglia dire

ma fa rima


siamo tutti sudatissimi

e eccitatissimi

ripenseranno a questo momento nelle 23 ore al giorno 

che passano ogni giorno in cella

impossibile non farlo 

ci salutiamo tutti con il famoso pugno in verticale 

qualcuno invece mi dà il gomito

qualcuno mi chiama -miss

qualcun altro storpia il mio nome 

non importa perchè per un paio d’ore

se ne va ogni malumore






(30.5.2025 londra)