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18/10/24

la musica dentro: un prigioniero è per sempre


un prigioniero è per sempre

ho cominciato un nuovo lavoro come performer/singing facilitator in una prigione maschile di massima sicurezza

un team di cantanti-musicisti classici porta ogni settimana la musica in prigione

loro cantano Mozart
io Steve Wonder

si aprono le sbarre 

e ci ritroviamo al centro della stella

la prigione è stata costruita nel 1842 

prigione cat. b di massima sicurezza nel centro di Londra 

conserva da allora lo stesso identico scheletro a forma a stella 

4 ali che partono dallo spazio centrale secondo un piano detto *panopticon 

(*che fa vedere tutto)

è costruita in modo da poter controllare dal centro della stella quello che succede in tutte le altre ali e tenere un occhio sui detenuti 


entrare nella prigione è come dover passare i controlli di heatrow stansted e luton 

tutti in mezz’ora 

mi sequestrano subito i due evergreen sempre presenti nelle mie tasche:

-burro di cacao labello alla fragola 

-gomme da masticare 


-è la prima volta?

-si…

-respira…. 


camminiamo tra le corsie labirintesche 

mi guardo attorno butto un occhio nelle minuscole aperture delle celle 

ma lo ritiro subito 

oscillo in un continua lotta tra curiosità e rispetto 

su qualche muro si leggono frasi ispirate da Muhammad Ali a Bob Marley


l’odore è pungente e i pavimenti sporchi 

non ci sono finestre che danno sull’esterno

l’unica fonte di illuminazione è il neon


un paio di detenuti con le classiche tute grigie

-good morning 

gli facciamo noi al nostro passaggio 

sono appoggiati fuori dalle celle e hanno l’aria sconfitta annoiata scoraggiata 

ma salutano con un sorriso


apriamo e richiudiamo porte e sbarre al nostro passaggio 

i prigionieri sono tutti maschi

le guardie sono tutte donne 

ci fermiamo in una delle ali più affollate 

ci sono una ventina di detenuti fuori dalle celle

un paio di guardie 

attacchiamo la tastiera

montiamo l’asta 

il lettore cd collegato allo speaker

un attimo: manca il reggi-tastiera! 

-nessun problema 

spicco io con il mio problem solving

vedo una pila di vassoi giganti sorretti da un carrello per portare i pasti

me ne impossesso:

ora abbiamo il reggi-tastiera 


i prigionieri sono tutti maschi
le guardie sono tutte donne

i tre fantastici soprano, contralto e tenore
attaccano un atto del Così fan tutte a tre voci
io dopo di loro faccio O bella ciao
chiedo ai cantanti lirici di cantare sul ritornello
è un momento meraviglioso
sono commossa e emozionata
e ignara di star per ricevere una proposta eccezionale

la mia performance ha un gran successo
io sono seduta e attendo la prossima esibizione
si avvicina uno dei prigionieri che riconosci perchè indossano la stessa tuta grigia chiaro
è nero distinto con viso gentile e sui 60
impacciato mi fa
-miss, I don't know how to talk to you
non so come parlare con te
e io -beh prego.. dimmi....
esita un attimo
sorride intimidito
poi si avvicina ancora e si accovaccia per venirmi più vicino

-I'd like to LIVE with you: do you think it's possible?

non sono sicura di aver capito bene perchè
'live' in inglese è simile a 'leave'

-I'm sorry... what?' ma lui ripete identico
-I'd like to LIVE with you: do you think it's possible?
-yeah... no I don't think that's possible

ora
non saprò mai se il signore mi ha proposto
-vorrei VIVERE con te oppure vorrei ANDARMENE con te

in entrambi i casi
è la prima volta in vita che un uomo me lo chiede.
Freud che direbbe?


#seguitemiperaltrericette

(18.10.2024 londra)

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