lui:
attenta che lui ci prova facile..
io:
eh ma ormai a quest’età penso di aver imparato a difendermi….no?
l’altro:
a diciotto anni già hai imparato…?
la
mia pettinatura a forma di corna sortisce sempre l’effetto sperato
casse
che gracchiano
luna
promettente
aria
fresca e pericolosa
drink
a piedi nudi sull’erba morbida
doppio
cuscino sotto il sedere
tasti
da spingere per dar forma al sogno
bambini
abbronzati e sorridenti
madri
distrutte ma sopravvissute alla vacanza con i bambini abbronzati e sorridenti
musicisti
sudati cielo nuvoloso profumo di evasione
uno
non ha capito nulla perché io non mi faccio mai capire
l’altro
ha capito troppo perché io mi devo pur consolare
un
bassista-ballerino porta le birchenstok
si
droga con il mio blog
ma
aimè poi finisce a perdere sangue nella mia cucina
non
so se è una cosa carina
ma
fa rima
non
cancello non cancello mai nulla
semmai
sposto taglio nascondo
ma
non cancello
rimshock
al completo stasera e uno di loro ha pure un paio di gemelli
cugini
cognati amici di cugini amici di cognati mah sembra che tu abbia quindici anni
una
misteriosa signora telefona e minaccia di chiamare i carabinieri
tutti
consigliano qualcosa
tutti
guardano altrove
io
provo il microfono e provo anche un nuovo colore
la
scaletta inquinata da romagna mia e la società dei magnaccioni
vino
rosso scadente parmigiana di melanzane fresca e un po’ cruda
bocca
aperta con orecchiette primavera al dente
non
si capiscono le parole
non
si sentono le parole
le
parole non importano importa l’amore
un
talentuoso jazzista dai tre baci sbuca da una siepe
suona
il sax infiamma una canzone e si rinfila nella siepe
il
buio si fa largo sul palco
le
ombre sostituiscono i lineamenti ispirati
penso
non
si è in pace fino a che non si è amati
il
marito in carne ruba dal mio piatto un pezzetto di pane sciapo
la
moglie magra e attenta lo riprende e lo invita a non ripetere il gesto
sfrontato
a
rischio: il matrimonio
ma
così non riuscirò ad abbandonarmi così proprio non posso
il
regalo di compleanno infilato dentro a una busta dall’intestazione
azienda
ospedaliera s. andrea
questo
si che è voler bene
una
maglietta con un filo da cui pende un’enorme etichetta
fa
troppo ridere ma non voglio sembrare la solita stronzetta
un
paraurti tenuto fermo da uno spago incerto
non
sarà ancora il momento ma a dire stupidaggini faccio certo sempre in tempo
dio
come sono disordinata
casa
mia è impresentabile me ne accorgo soltanto quando non sono io a doverci
entrare
accidenti
dovrei lavare i piatti ridipingere i muri piegare i
vestiti buttare le infradito semidistrutte essere più gentile spolverare le
foto
insomma
maturare
sorride
tra le note di all of me e il suo sorriso non fa presagire nulla di buono
mi
arriva sotto l’ascella destra e fa una strana smorfia mentre canta ma
non
c’è che dire
rispetto
a me è molto più femminile
meglio
andarsene perché non ho mai avuto il gusto del perverso
confusa
divertita inquieta o contrariata?
dovrei
forse anch’io fare ogni tanto una cosa normale
farmi
la manicure
appassionarmi
a 50 sfumature di grigio
sostituire
una spaghettata con un’insalata
chiedere
il segno zodiacale
farmi
una nuotata
abbassarmi
ad accarezzare gli animali
dire
piuttosto che
andare
al mare
ma
questa qui è la mia vita per il momento
stia
tranquillo chi ne sta fuori
cerchi
di uscirne chi ci sta dentro
(roma 20.7.2013)
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