alla
prima scena scema
del
film di turno
dove
il padre scontroso e severo finalmente fa al figlio: sono fiero di te
quando
le due sorelle in conflitto perenne si rincontrano e si spiegano dieci anni e
dieci chili dopo
se
il protagonista deluso dalla famiglia dalla moglie dai figli dalla compagnia
telefonica abbraccia il suo migliore amico che gli garantisce: potrai sempre
contare su di me
quando
la figlia sul letto di morte della madre malata le dice ottimista – ce la farai
insomma
in quei momenti clou del cinema americano che prima o poi arrivano sempre
nei
film più seri ne compare uno soltanto
magari
alla fine
nei
film di cassetta invece ce ne sono tre quattro se non addirittura cinque
beh
in quest’ultimo caso
-vi
sconsiglio di starmi accanto al cinema-
in
caso contrario vi ritrovereste una lumaca seduta al vostro fianco
umida
e appiccicaticcia mi aggrappo senza ritegno al vostro braccio
piangente
trucco colante e tirante su con il naso
ah
e non ho mai
il
fazzoletto
…
sin
da piccola
ho
sempre pianto tanto
alla
minima emozione fuori posto
mi
è sempre servito davvero molto poco
per
azzerare in un attimo il contegno
e
dar sfogo a quel semplice sintomo di sensibilità o come altri lo chiamano
fragilità
o emotività o debolezza o paraculità o idiozia
eppure
ultimamente sono in pensiero:
da
un pò le lacrime si fanno attendere
sarà
che mi sono comprata delle galoches
un
impermeabile
un
cordless con schermo che svela il numero chiamante
ah
e un pianoforte
mi
sono sempre chiesta cos’altro venga giù
assieme alle lacrime
cosa
scende insieme a quell’acqua che bagna
le guance?
scende
l’ansia? il dolore? scendono i pensieri? scendono le lettere accumulate? i rimpianti?
le fotografie delle amate zie?
le
lacrime
simili
ad acqua salata e tiepida
le
lacrime
sembrano
avere vita propria
il
corpo e la mente non possono nulla su di loro
il
loro corso è ogni volta un’incognita
a
volte non ce la fanno nemmeno a salire fino agli occhi
deboli
impaurite e troppo a lungo azzittite
si
fermano in gola
a
volte invece si fermano speranzose sul ciglio degli occhi come in attesa di
chissà cosa
altre
volte si bloccano e si asciugano dignitose già all’altezza degli zigomi
certe
volte arrivano addirittura a bagnare il bordo della mascella per poi cadere nel
vuoto
se
si sta sdraiati e stesi su un fianco
le
lacrime scendono dall’occhio
bagnano
la tempia sconfitta e formano una tenera pozzetta sul cuscino
altre
volte non si asciugano imperterrite finchè una mano che ci accarezza il viso
le
prende nel palmo e le bacia con rispetto
per
mia parte
io
le ho sempre accolte e rispettate moltissimo
le
lacrime
perché
così come i gatti
si
fanno i cazzi loro
se
ne fregano degli ordini impartiti dagli altri
se
ne fregano se quello non è proprio il momento giusto
se
ne fregano se così rovineremo tutto
se
ne fregano se volevamo sembrare tutte di un pezzo
le
lacrime
vengono
giù
non
aspettano
suggeriscono
con il loro impeto discreto
che
qualcosa va visto meglio
che
qualcosa forse è andato perduto
che
qualcosa potrebbe essere ancora recuperato
le
lacrime
saggiamente
se
ne fregano del rimmel
delle
lenti a contatto
del
tuo look rovinato
le
lacrime arrivano e basta
quando
vogliono loro
e
come un acquazzone o un funerale
non
puoi far altro che aspettare che passino
o
meglio ancora
puoi
metterti in finestra a contemplare le gocce
o
sederti sulla panca a cercare anche solo una frase di senso nell’omelia del
parroco
dunque
ecco che mi metto lì ad ascoltare cosa mi vogliono dire
le
lacrime e tutto quello viene giù con loro
(roma 17.11.2012)
Bellissimo...
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