salgo
sull’otto e mi ricordo perché odio prenderlo
gente
compressa e sudata
quando
ti va bene becchi folate d’alito al tavernello
quando
ti va proprio male un vecchio signore con bastone
te
lo ficca nel piede dal sandalo aperto
tre
giovani scivolano il dito avanti e indietro sullo schermo del loro iphod ipone
ipan
insomma
il telefono
preferiscono
affidare
ad
una fredda superficie lucida
la
soluzione per la forfora
per
il grasso in eccesso
per
il test di matematica
per
la solitudine
invece
di alzare la testa e chiedere consiglio al vicino
arrivo
al capolinea
a
fatica
ecco
la piccola e tondetta macchina di C.
purtroppo
è una smart
C.
mio
amico e co-autore del progetto blog a due
frena
e si ferma proprio in mezzo alla via gianicolense
ma
lo può fare: perchè ha la smart
per
ricompensarmi del tragitto impervio
mi
regala la sovrana lettrice
scritto
dallo scenografo inglese bennet
dice
che ritrova tratti del mio umorismo
mi
ritocco il nuovo rossetto rosso-arancio brillante
ho
un vestito anni ’30 a fiorellini e i capelli tipo greta garbo
a
boccoli contenuti
ma
non ho perso la mia pecorella
faccio
la mia porca figura per essere una che esce da una
smart
eccoci
qua all’inaugurazione del tutto qua
a
monteverde sanno stare al mondo:
porchetta
frittate
di cipolla
parmigiana
buon
vino
donne
stragnocche
uomini
oribbili
arriva
l’amico e compagno di bevute e recensioni di C.
lo
chiamerò M.
c’è
un vitigno
racconta
C.
che
produce un vino dall’ingrediente singolare:
il
letame
il
vitignolo (?) scioglie una palletta di letame in non so quanti litri d’acqua
poi
“asperge” il liquido sulle viti
il
mio commento arriva spontaneo
sarà
un vino di merda?!
C.
mi versa un po’ di vino e pensando di farmi cosa gradita
mi
anticipa il suo prossimo regalo
una
sputacchiera
ora
io
non voglio
assolutamente
una
sputacchiera
ma
insomma vi sembro tipo da sputacchiera?
a
lui
evidentemente
si
dopo
vari bicchieri di vino
e
vari assaggi che messi insieme (nello stomaco) già cominciavano a somigliare ad
un pasto completo
i
due amici prenotano un posticino
avviando
così la
2°
parte della serata
ci
spostiamo all’osteria di monteverde
un’unica
stanza piena di tavoli e dietro due archetti
cucina
a vista
i
due cuochi hanno in testa il toc
che
ho imparato essere il cappello a forma di pandoro bianco
ci
accoglie F. che saluta con confidenza i due amici abituè
ci
fa accomodare ad un tavolino sotto uno scaffale-cantina di vini
sulla
parete spicca la foto di zeman
quando
osano sfotterlo F. risponde: si può scherzare su tutto ma non su zeman
oddio
meglio non dire quel che penso del pallone
almeno
non prima di aver mangiato e lasciato alle spalle la deliziosa osteria
M.
è passato un attimo a casa a prendere
le
incappucciate
da
diverso tempo i due amici ed esperti di vino
quando
non sono chiamati ad assaggiare per lavoro
si
tengono allenati con questo gioco:
incappucciano
una o più bottiglie di vino pregiato
lo
versano al compagno/i con lo scopo di farne indovinare
provenienza
e nome
in
confronto dexter è perfettamente in grado di intendere
la
serata si rivela un successo
i
due amici sono veramente matti scocciati e io naturalmente
sono
completamente nel mio
C.
mi chiede la classifica dei tre primi piatti romani
mai
come ora ho la risposta pronta
-gricia
-cacio
e pepe
-carbonara
su
certe cose ho le idee chiare
arrivano
piatti candidi enormi e una pasta ottima
salsa
delicata ma presente
la
cottura geniale
super
al dente e al limite del crudo
come
ho sempre adorato
l’amico
M. continua a versare vino bianco incappucciato
so
che il vino si giudica
prima:
al naso
poi:
al palato
sono
preparatissima
giriamo
i bicchieri e mi hanno ammesso a partecipare al gioco
(io
che non capisco nulla di vino e ho un pesante passato di ex astemia)
dico
a caso quello che sento al naso:
pesca
loro
annuiscono tutti seri
-poi
sento odore odore…di
uva!!?
non
mi si può nascondere niente
C.
fa commenti più professionali
dice
è fruttato dice è verde dice è invecchiato dice è agrumato
ora
tocca a me con le domande però
chiudete
gli occhi dico io
-ditemi
che tipo di donna vi suggerisce questo vino
M.
si immagina un pedalò
aia
il
vino comincia a fare i suoi effetti
C.
è indeciso tra alcuni vini tipo passerina pecorino…
vini
allusivi insomma
ma
alla fine M. sbuccia la bottiglia di vino
e
dice che è un vino piacione
passerina
costruito
a tavolino per piacere
insomma
un po’ come angelina jolie no?
si
non
ce la faccio a finire il mio piatto di pasta
il
bruscomagentil oste F.
passa
dalle parti del nostro tavolo e schiocca le dita
schiocca
le dita come in genere si schioccano per chiamare un cane o quando ti viene un’idea
geniale
non
può avercela con me
non
può aver fatto quel gestaccio ad una donna della mia classe e così ben vestita
e
invece si
ce
l’ha proprio con me
con
un’occhiataccia severa mi fa capire che devo finire il mio piatto di pasta
nonostante
la cinta verde del mio vestito tiri come un carro di buoi
impaurita
dall’autorevolezza del cattivissimo oste
la
finisco
anzi
quasi la faccio finita
del
resto si sa
adoro
prendere ordini dagli uomini
seconda
bottiglia incappucciata
stavolta
M. versa un meraviglioso liquido rosso sangue
-è
vino rosso!
di
nuovo è evidente a tutti che
sono
un genio
al
naso sento che potrebbe allappà
-sento
del… cachi
-bene
bene che altro senti?
al
palato sento odore di soffitta con bambole impolverate
sento
ciliegia
-che
altro senti alessia? chiedono seri e interessati i due amici
sento,…..sento…
gli
sci!
……
dopo
un imbarazzante silenzio M. dice che in effetti
si
ho
ragione
c’è
un alta presenza di ferrina nel retrogusto del vino….
io
sto fuori come una zucchina e loro comprensivi come una madre scema
questa
si che è una bella serata
arrivano
i loro piatti
il
cuoco ci manda ad assaggiare trippa di pesce
c’è
poi un piatto di formaggi favolosi con immancabile vaschetta di miele
poi
un piatto con pancetta fritta sdrammatizzata da una palla di granita ghiacciata
all’amarena
santa
lucia ci protegga la vista
diceva
la mia zia adorata
l’oste
prende una bottiglia di vino dallo scaffale sopra la mia testa
dico
ai commensali:
certo
pensate se mi cade in testa una bottiglia?
dopo
l’esperienza del ventilatore temo sempre il peggio
e
l’oste prontamente suggerisce di meglio:
pensa
se ti cadono in testa ..tutte le bottiglie?
in
effetti c’è sempre qualcosa di peggio che potrebbe accadere
(potrebbe
..piovere)
incredibile
a dirsi
c’è
una 3° parte della serata
M.
e C. mi vogliono assolutamente portare
a
La gourmandise
dove
gelato e gelataio meritano almeno una visita nella vita
gusti
sopraffini e artigianali
il
gelataio è un personaggio del signore degli anelli
ha
un ciuffo e baffi tra il rockabilli e il rinascimento francese
è
raffreddato e lo scambio per sardo
M.
e C. assaggiano sfacciatamente tutti
ma
dico proprio tutti
i
gusti del gelataio matto
io
mi limito ai gusti della mia coppetta:
uva
fragola
zabaione
al passito
crema
di albicocche caramellata
panna
un’esperienza
senza precedenti
e
si sa che io
di
precedenti in questo campo
ne
vanto più di totò reina
e
così in una tripla serata di metà settembre
afferro
meglio il gusto della mia esistenza
l’eccentrica
compagnia a braccetto con vino e ottima cucina
mi
fanno scordare di essere una
solitaria
malinconica rompicoglioni musicista sospesa
diretta
verso una nottata ricca di sogni
e
verso una vita se non ancora
risolta
almeno
più grassa e soddisfatta
2° parte della serata:
L'Osteria di Monteverde
via Pietro Cartoni 163
3° parte della serata:
La gourdmandise
Via F. cavallotti 36/b
(roma 19.9.2012)
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