emma
vive
a milano
6
anni
nonostante
sia figlia della mia adorata amica romana e di suo marito napoletano
scopro
che dice “bène” con la è stretta
decido
di darle comunque una possibilità
è
simpatica intelligente un po’ diffidente
ha
un neo sul naso che la rende (di già) molto sexy
e
come dicono a milano
è
una giustona
mi
sgambetta attorno
mentre
io cerco contemporaneamente di
far
entrare vestiti cd scarpe nell’improbabile trolley del ritorno
azzardare
una doccia
prenotare
online il biglietto del mio treno che partirà meno di due ore
emma
mi viene dietro dietro
mi
guarda incuriosita
mi
chiede questo e quello
tipo
perché
“la” mamma mette lo smalto trasparènte e invece tu il colorato?
posso
provare le tue scarpe? (scarpe con tacco alto)
quando
ti “vengono” a te i figli?
o
mi dà consigli di rilievo assoluto (mentre decido cosa mettermi per il viaggio)
-ma
no così sei bruttissima!!
-
ah si metti questi jeans non quegli altri tutti spaccati…
-
sembri un cowboy!
le
apro un foglio di word perché capisco che le piacerebbe scrivere sul mio
computer
dopo
una mezz’ora esco dalla doccia e lei fiera mi chiama
ha
scritto:
“io
sono emma estoa milano ecè alessia”
mi
fa piacere che qualcuno l’abbia non solo notato ma addirittura
messo
per iscritto
la
trovo un’asserzione di una veridicità e saggezza inconfutabili
si
vede che i genitori sono magistrati
scappo
ad asciugarmi i capelli
oddio
sto perdendo il treno e devo ancora
prenotare
il biglietto
chiudere
la valigia
truccarmi
ritirare
i soldi dal bancomat
passarmi
lo smalto
metter
dentro i cd
scrivere
un paio di mail
ho
la testa occupata da quel che devo fare
da
quel che non sono riuscita a fare
da
quel che non riuscirò a fare
da
quel che vorrei fare
ma
arriva
emma con i suoi vorrei-dovrei-devo-posso e mi sbatte in faccia il suo di
ma
la
squinzia rivendica il suo spazio
mi
ricorda che ci sono cose che non possono aspettare
cose
con cui nemmeno i miei
devo-non
devo-dovrò-nonhocel’hofatta-dovrei
possono
interferire
cose
imminenti e che costruiscono il primo castello di qualcun altro
e
guai a rifiutare il rinforzo esterno
dolce
ma determinata arriva con lo zainetto e il suo diario di scuola
apre
il diario
parla
a macchinetta (come la madre) di qualcosa
io
sono distratta e di fretta
non
capisco cosa vuol dire o forse non sto a sentire
ma
lei è caparbia e insiste
vuole
proprio qualcosa e lo vuole.. da me!!
mi
tocca capire
indica
un foglietto mandato dalla maestra
ripete
stavolta scandendo bene le parole
(indicando
spazientita il foglietto con il ditino)
-domani
devo fare una gita con la scuola e mi ero scordata che dovrò portare il
sacco
al pranzo
…il
sacco al pranzo?
-si
il sacco al pranzo (ripete sicura) e ti volevo chiedere…
me
lo puoi fare tu?
chi..
iooooooooooo!!?!?!?!?!?!’
mi
sa di si
la
stanza è vuota e mi fissa in attesa di una risposta
ce
la deve avere proprio con me
sto
dunque per dire (a scelta):
-amore…
non sono capace non l’ho mai fatto!
-amore…vado
per due e non ho tempo per queste cose di bambini
-amore…non
puoi chiedere alla tata o a tuo fratello di due anni?
-amore…
metti quattro-cinque pacchetti di cipster nello zaino ed ecco qua il tuo pranzo
di domani!
-amore..
ma perché non salti scuola domani?!
e
soprattutto sto per chiarire
forse
volevi dire: pranzo al sacco
non
-sacco
al pranzo-!?
invece
mi ritrovo a rispondere inerme:
ok
amore
corro
in cucina
posso-devo-voglio
farcela
poso
il portatile sul tavolo e clicco su trenitalia nella speranza che il biglietto
si prenoti da solo
lei
mi segue zompettando
le
chiedo ti fidi di me?
si-
risponde l’incosciente
tiro
fuori gli ingredienti dal frigo
taglio
due fette di pane
prendo
a spalmare il filadelfia su entrambe le fette
la
malfidata è seduta molto in basso (e dunque da lì non vede gli ingredienti)
educata
ma preoccupata dice
-ma
ci metti qualcosa poi nel pane verooo?
allora
forse la bambina non ha capito ancora chi ha di fronte
forse
non sai bene che prima di voler fare
la
ballerina
la
psicologa
la
cantante
avrei
voluto aprire un chioschetto di panini e tartine (e non è escluso che lo faccia)
quindi
qui davanti a te tu hai la fortuna di avere
la
regina del panino
una
fetta e mezza di prosciutto cotto
sulle
due piste imbiancate
due
pomodorini spaccati a metà e via
le
due metà diventano un’unica cosa finchè morte non li separi
tovagliolo
di carta e intorno uno strato di cellofan
sono
stra fiera di me
lei
però sembra insoddisfatta
-ci
vuole anche una bottiglietta d’acqua eh?!
……
si
certo la bottiglietta d’acqua..
e
io pensi che le bottigliette d’acqua le faccio uscire dalle ascelle-e?!?
si
alza
prende
una bottiglietta di plastica vuota
e
dice: basta riempirla d’acqua no!?
la
correttezza che contraddistingue il mio pensiero cede il passo all’umiliazione
e
eseguo
preparo
la busta dove ci infilo anche due caramelle
e
una bustina di patatine schifose
ecco
pronto il suo (e il mio) primo pranzo al sacco
anzi
no
mi
correggo
aveva
ragione emma
come
sempre l’hanno i bambini
il
sacco al pranzo
(roma 28.9.2013)
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