sempre
lo stesso film:
lui
piagnucola fa la vittima
lei
si intenerisce
cede
dice
si
ma
si giochiamo ancora una volta
come
se non fossero bastate le innumerevoli partite precedenti
tutte
iniziate ad armi impari
tutte
finite in un bagno di sangue
gira
la ruota
e
se possibile
sarai
ancora più sfortunata
ma
lui è caduto
possibile
costola incrinata
lamenta
dolori inimmaginabili
lei
sposta un impegno
prende
la macchina
lo
fa salire lentamente
e
con molta attenzione alle buche
via
verso l’ospedale
ma
lui sbrocca per un motivo banale
-fammi
scendere per dio!
lei
non sopporta più di sentir urlare
-ok
la
decisione è immediata scontata vitale quanto brutale
potrebbe
portarlo in ospedale mordersi la lingua per un’altra mezz’ora e poi sparire per
un po’
no
non
è giusto non è dignitoso non è corretto non è sopportabile non è più
fattibile
lei
accosta
mi
ci ha rifregato
pensa
ma
stavolta un finale buono e giusto l’aspetta
lui
scende
lei
rimette in moto la macchina
lui
zoppicante e lamentando i dolori attraversa la strada sulle strisce pedonali
lei
accellera
ops
che disgrazia!
come
diceva mio poro nonno
quel
che non fortifica
ammazza
(roma 28.6.2013)
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