l’ho
detto e l’olfatto
maledetto
questo
naso mi sta stretto
troppo
sensibile troppo attento
lo
ammetto mi pento
di
aver lasciato aprire i turbinati
il
mio olfatto fa sembrare tutti gli altri sensi addormentati
overground
londinese
camden
town destinazione finale
salgo
sul treno ma ecco qua improvviso e violento il tuo odore
di
casa tua
dei
tuoi vestiti
della
tua pelle o dei tuoi capelli
dei
tuoi cassetti dei tuoi fogli dei miei disegni dei tuoi ricordi
mi
proteggi
direi
se fossi credente
mi
controlli
dico
visto che sono irrecuperabilmente atea
so
lo
so
lo
so per certo che sei tu
tu
e nessun altro
l’odore
di tutte quelle cose assieme
anni
e anni di accumulo seriale
di
fogli strati di polvere foto desideri Io Donna e Il giornale
non
è un profumo
né
una crema per il viso
non
un ammorbidente
né
un deodorante
è
il tuo odore
ed
eccolo qua il dolore
sempre
in agguato
arriva
dritto nel tunnel della memoria
attraversa
la corsia della mia storia
ma
non vedo la luce
dovrei
girare con quella polvere bianca
quella
che usano i coroner per visitare i cadaveri
dovrei
metterla sotto le narici ogni mattina
per
prevenire il rischio
per
prevenire la botta da malinconia
l’olfatto
da
sempre
il
mio senso più efficiente
e
spesso lo maledico
anzi
quasi sempre
me
ne dispiace
vorrei
non fosse così vivace
vorrei
ogni tanto fosse fallace
perché
credetemi
così
io
non
trovo mai pace
(london 29.1.2015)