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14/11/25

la musica dentro: We are the champions

We are the champions



oggi torno in prigione 

porto la mia tastiera le cuffie e il pedale 

li dò in donazione a un detenuto

Leo ha solo ventun’anni 

nero e con capelli raccolti in più ciuffetti 

ha sempre l’aria parecchio abbattuta 

ma il mese scorso si è illuminato quando mi ha visto suonare il piano 


Leo entra in classe 

e la mia capa mi avverte che ha avuto una settimana difficile

non sta bene psicologicamente e ha creato vari problemi

infatti ha un muso lungo e guarda a terra

quando gli mostro la tastiera e gli dico

-now it’s yours 

non reagisce

dice tutte le parole giuste

‘miss I’m very grateful… miss thank you so much for this..I appreciate it..really’

ma il viso non sembra seguire le parole e il body language nemmeno 


gli spiego come collegare i cavi e le cuffie 

fingo di aver bisogno di aiuto per farlo sentire utile

ha movimenti lenti e cerca di seguirmi ma è come se non fosse lì 


la lezione comincia

ci sediamo tutti a cerchio e di fronte a me 

dall’altra parte del cerchio c’è un tipo nuovo 

impossibile non notarlo perchè 

nonostante sia bianco

è incredibilmente bello 

difficile saperlo inglese 

è alto circa 1.90

ben piazzato

un viso da attore holliwoodiano

capelli biondo cenere e occhi azzurri

ma non è questo che attira la mia attenzione

è il suo viso accigliato 


un esercizio ritmico suggerito dalla mia collega 

coinvolge corpo mente e memoria 

body percussion fatto a canone 

il bello e imbronciato mi guarda di sottecchi

e sposta subito lo sguardo quando mi giro


al momento dell’open mic

i ragazzi possono esibirsi con i loro testi

cantare un pezzo o suonare 

si alza un tipo bianco sempre gentile e sorridente

Peter ha le mani sporche di bianco

e una spatola verde 

ha un lavoro come imbianchino nella prigione

canta il pezzo di lionel richie

‘hello is it me you’re looking for’


sporco di vernice e con la spatola verde che sbuca dalla tasca della tuta 

è molto nervoso e ha un sorriso tirato

penso si vergogni di aver scelto un pezzo così romantico

quando apre bocca mi rivela una voce reale 

un pò incerta

pulita 

bellissima


attenzione: non è sempre intonato e ogni tanto perde il tempo

ma le frasi che azzecca sono incredibilmente intense 

il pezzo finisce con ‘I love you’ 

ma per Peter è evidentemente troppa roba 

quindi si mette a ridere

getta a terra il testo 

e invece di cantare la frase la dice e basta

butta là ‘I love you’ 

come vergognandosi di aggiungere la melodia a quelle parole già troppo sdolcinate


il bello e accigliato

si gira verso la mia collega che suona il piano 

apre bocca dopo un’ora che è qui 

e hear hear…. ha un forte slang cockney!!!

-sai che ha aperto un nuovo macellaio all’angolo?

sai come ha chiamato il negozio? 

‘hello is it MEAT you’re looking for?’


ok: sono nei guai 

è bello scontroso problematico parla cockney ed è divertente

il mio tipo aimè!


il bello canta frank sinatra

fly me to the moon

la prima strofa intonatissimo voce vellutata e un notevole vibrato

la seconda strofa dopo il solo di piano

va completamente fuori e stona tutto il pezzo 

il ragazzo deve studiare!


poi tocca a Tom 

non è in forma

ed è il momento di We are the champions 

è ripegato su sè stesso e la testa penzoloni mentre segue il testo 


‘I’ve paid my dues time after time

I’ve done my sentence but commited no crime

and bad mistakes I’ve made a few

I’ve had my share of sand kicked in my face but I’ve come through!’


attacca la prima parte della strofa 

e per la prima volta da quando è qui

riesco a sentire un pò di verità

l’ultima frase è articolata 

include un climax melodico e dinamico con una nota finale alta 

che lui brillantemente e inaspettatamente

canta con voce di testa

non pensavo l’avesse e forse manco lui!


mi giro di colpo

ma lui ha già smesso di cantare

con la voce rotta confessa

-cantavo questo pezzo davanti a centinaia di persone nel musical dei queen 

nel west end e ora… le parole sembrano prendere per il culo la mia vita… non posso cantarla!


durante la pausa gli vado vicino

lui sa che a me non piace e io non piaccio a lui

però gli dico

-can I tell you something? 

so che quel pezzo ti ha fatto sentire fragile ma la vulnerabilità ha reso la tua voce molto interessante….. 

-I know what you mean ..


poi mi dirigo verso il bello accigliato 

provo a fare convenevoli 

è timidissimo 

arrossisce salta da un piede all’altro e balbetta un pò

scordo sempre che questi ‘omoni’ sono rinchiusi in cella 23 ore al giorno

e ovviamente sono vulnerabili come non mai 

chi non lo sarebbe?

ha origini italiane come frank sinatra 

sembra contento di essere qui 

ma sembra prendere le misure su

di chi si può fidare 


con le mie maniere assertive (leggi =nazi)

convinco Kei ad esibirsi

so che muore dalla voglia di cantare butterflies di MJ 

vado al piano metto un beat e suono i sofisticati accordi del brano

comincia a cantare e dopo il primo ritornello

dato che esita a cantare la seconda strofa 

incerto sulle parole che non sembra ricordare..

il tipo rasta mi fa un cenno di continuare a suonare 

e si lancia in un rap con accento giamaicano che sta a pennello sul pezzo!

siamo tutti in visibilio

dopo un paio di strofe Kei sembra ricordare la strofa quindi riattacca a cantare

io mi trasformo nella sua background vocalist e gli faccio le armonizzazioni

siamo in modalità jam session

mi diverto come una matta!


alla fine della sessione 

Leo si mette la mia tastiera sotto il braccio destro

nella mano sinistra stringe la bustina con il pedale e i cavi 

gli faccio 

-questa tastiera è stata con me per quasi 10 anni

ci ho fatto belle cose e la musica mi ha salvato la vita in diverse occasioni

trattala bene!! 


mi sorride e mi sembra ancora più piccolo

e io ancora più fortunata 


il rasta mi attacca un bottone

anche lui dice di essere lì per una sciocchezza 

ha gonfiato un tipo ma ‘solo perchè se lo meritava’

dice che gli ‘aveva preso la donna’


molti dei detenuti sembrano non realizzare il motivo per cui sono dentro

minimizzano il crimine o non lo accettano o considerano ingiusta la pena 


dalla prox settimana una novità

è appena stato messo dentro un rapper famoso 

ha 340K followers 

e ha fatto anche cinema 

la mia capa è molto eccitata all’idea 

‘sembra un così bravo ragazzo!’ dice con quel suo piglio naif

la prima cosa che faccio è andare a leggere un suo testo a caso 

la prima frase che mi capita sott’occhio è

-sparerò a tua moglie e al bambino che porta in pancia-

quindi non riesco a condividere la gioia di Emily

anzi sono un pò preoccupata che il suo arrivo 

smuova l’equilibrio che abbiamo creato 

il tizio è un ragazzo nero in forma 

all’apice della sua fama

che ha fatto i soldi con la musica 

famoso per i suoi testi taglienti e aggressivi 

colto e apprezzato nella scena hip hop anzi dovrei dire

scena ‘grime’ il rap inglese


ma qual’è il nostro ruolo?

facciamo musica soltanto o la musica è parte di un percorso riabilitativo?

regole per i testi o libertà assoluta di espressione?


lasciate un commento se avete un’opinione

o scrivete un rap se avete la musicalità di un termosifone



(londra 14.11.2025)


10/10/25

la musica dentro: B P M- beat per minute




oggi sarò tutto il giorno in prigione

a causa della cronic fatigue e altri vari sintomi del long covid

non accetto mai di lavorare mattina e pomeriggio

anche se mi piace assai

il pomeriggio gestiamo la classe 

la mattina ci esibiamo come performers

in giro per le varie ali della prigione


il team è dei migliori:

oltre alla mia capa Emily 

c’è Cassy 

forse la mia preferita 

violinista classica 

capelli rasati a zero ai lati e cresta biondo platino centrale

omosessuale e sposata con una musicista classica

una delle persone più dolci che ho incontrato a londra 

oltre che musicista virtuosa


oggi c’è anche Henry

giovane chitarrista blues che arrossisce ad ogni interazione umana

ma rimane bianco quando attacca a suonare


c’è poi una volontaria film-maker

pensavo fosse maschio invece è femmina

anzi no scusate è

non-binary 

e bisogna stare attenti ai pronomi

ha il classico taglio di capelli anti-stupro 

ed è vestita con i classici pantaloni largh….

oddio un attimo… è vestita come me

pantaloni larghi

scarpe da ginnastica

felpa XL 


solo che lei è una Gen Z 

e io una Gen X 


è la prima volta che viene

la mia capa le chiede dov’è il suo documento 

essenziale per essere ammessi

ma lei candidamente confessa

-l’ho scordato 

non dice nè sorry nè apologies

non sembra minimamente mortificata o in difficoltà 

(io mi sarei impiccata)

ma disinvoltamente risolve dicendo

-faccio un salto a casa e lo prendo che problema c’è

il problema è che ci rallenti a tutti

stressi la mia capa

la obblighi ad uscire e andarti a prendere quando torni finalmente con il documento 

e manco ti possiamo dire 

-ricoglionita 

perchè non sei nè femmina nè maschio


beata gioventù 

penso io 


le prime tre ali della prigione 

sono un pò un flop

le guardie ci boicottano 

ci accordano il permesso di suonare per 

5 minuti in wing D

e per 10 minuti che poi diventano 7 in wing E

perchè bisogna calcolare il tempo del set up 

tastiera microfono asta cavi amplificatore


ho definitivamente accantonato l’idea di fare 

I believe I can fly 

per evitare reazioni da parte di qualche detenuto

quindi oggi farò la preferita del mio capo

-fallin’ di alicia keys 

poi ho in programma

-o bella ciao

-mambo italiano

-shackles 


ecco che arriviamo nell’ultima ala

come la chiamo io 

-SPA wing 

perchè è completamente diversa dalle altre ali 

ha pareti colorati di un verde un pò infantile 

graffiti sui muri

una cucina 

e soltanto una trentina di detenuti 

solo quelli dal comportamento eccellente

e sono anche quelli che rispondono con più allegria alle nostre performance 

in quest’ala le guardie non gridano

c’è una tv gigante sempre accesa 

dei divanetti da usare liberamente 

il tutto contrasta fortemente con tutte le altre ali 

orrende e puzzolenti

grigie e spettrali 

luride e rumorosissime


quando facciamo la nostra entrata nella spa wing

un gruppetto di detenuti sui divanetti sta giocando a carte

ci accolgono con sorrisi e pugni verticali il saluto tipico in prigione

sono tutti fuori dalle loro celle

c’è un’atmosfera da domenica mattina 

sono le 11.45

qualcuno si offre addirittura di farci un tea 

-per caso c’è il caffè?

la tipica italiana che ucciderebbe per una tazza di caffè 

ma il tizio nella cucina un pò dispiaciuto mi fa

-just tea miss I’m afraid 

anche io sono dispiaciuta 

ma mento e gli dico che il tea va benissimo 


dopo un paio di esibizioni classiche egregie delle mie colleghe

Emily con ‘o mio babbino caro’ di puccini 

e Cassy con vivaldi

mi lasciano il campo

soffro della popolare 

-sindrome dell’impostore-

che va tanto di moda sui social

ma io ce l’ho davvero e ovviamente si accentua quando mi devo esibire

dopo cotanto talento


dalla mia parte però ho il 

B P M 

(beat per minute)

quel non so che 

che fa venir giù tre detenuti dalle celle

e li fa cominciare a ballare davanti a me mentre faccio

-o bella ciao

tutti gli altri stanno battendo mani e piedi

dal primo piano quasi fossero in piccionaia a teatro


quando smetto di suonare 

cominciano a urlare a gran voce

-encore encore!! 

Emily annuisce come ad accordarmi il permesso


attacco 

-shackles

che trovo particolarmente appropriata in una prigione

visto che parla di 

-spezzare le catene liberare le caviglie e cominciare a ballare

metto uno scrauso beat hip hop dalla scrausa tastierina 

e conquista tutti perchè è un pezzo tra il gospel e l’rnb 

dal riff potentissimo 

che anche se non credi in dio

credi nel groove 


il pezzo non funziona se 

il bpm è troppo basso 

il bpm è troppo alto

il pezzo funziona solo ad uno specifico bpm 

quel bpm che gli permette il groove

io quel bpm non lo devo memorizzare con numeri 

lo sento nello stomaco 

è una gran fortuna

perchè questa cosetta non s’impara a scuola 

la sindrome dell’impostore è parcheggiata 

e non disturba 

per ora 


quindi faccio shackles 

scordando per il momento di essere un impostore

e anche un impostore ateo


ecco la pausa pranzo 

facciamo la fila nella meravigliosa tavola calda di rimpetto alla prigione

in fila muratori 

evasi o appena rilasciati dalla prigione 

carpentieri 

io mi avventuro nella mia solita

-baked potato con melted cheese

ma mi guardano tutti male perchè almeno ci va sopra il tonno (vomito)

o ancora meglio tonno e fagioli (W la brexit!)

un bel white coffee

oribbile caffè americano

e via tutti a tavola 


di fronte a me la video-maker Gen z

mi sta rintronando

non sputa mai

-….non sono assolutamente abituata che mi si urli contro!!

.. dopo la perquisizione all’entrata 

ho avuto bisogno di un abbraccio 

perchè stavo tremando tutta…. 

-ma in che senso…ti hanno urlato contro?

-eh si perchè mi ero scordata di rimuovere il cellulare dalla tasca

e la guardia mi ha ‘urlato contro’ di metterlo nel vassoio per il metal detector..


io da Gen x provo un istinto forte di mollarle un piccolo cazzotto in testa 


e quello tu lo chiami -urlarti contro!?

figlia mia come sei delicata…. se quello è urlare contro!!! 

ah no è -gender neutral

bisogna rivolgersi con il -they-

-figli miei SIETE proprio inguaiati!


il pomeriggio va liscio 

per fortuna la video-maker fa le sue riprese 

e ogni tanto prova a spiegarmi perchè ha scelto questa o quell’angolazione

ma io me la svigno prima


è il momento dello 

-sharing 

tocca a loro

Frank sembra meno agitato e si lancia per primo 

non vuole piano nè beat 

vuole cantare acappella qualcosa che ha composto lui stesso

nonostante i numerosi tatuaggi 

aria da mastino 

e passato violento 

appena apre bocca rimaniamo colpiti 

una melodia sdolcinata su un testo dolcissimo 

che fa a ‘pugni’ con il suo aspetto da macho e la sua voce potente e sgraziata 


poi c’è un ragazzo nero nuovo

non avrà manco 20 anni

è sempre serio e parecchio depresso

ha chiesto di poter frequentare il nostro corso da 3 settimane 

e ancora non gli hanno risposto… 

così la mia capa

un pò incoscientemente 

lo fa entrare nonostante non sia sulla lista

è affascinato dal piano

dice che un pò lo suona 

gli cedo il posto e in effetti sa qualche accordo sparso

suona una melodia pop

però poi si alza perchè dice di non essere bravo

e recita un suo spoken 

non capisco nulla ma il flow è ottimo 

gli dico 

-sai che potresti fare i tuoi spoken mentre ti accompagni al piano?

vedo un piccolo -sparkle

nei suoi occhi che mi commuove 

torniamo al piano e gli insegno gli accordi

Do e Re 

-alternali così…poi usa un pò di pedale… e comincia il tuo spoken mentre suoni! 


è il momento del tedesco

Bernard 

non se pò guardà!

è lurido e si è pure tirato su fino al polpaccio la tuta

scoprendo un polpaccio infestato da lividi e ferite aperte sanguinanti

in più il poveretto puzza assai

e ogni volta che tenta di avvicinarsi 

lentamente e poggiandosi al suo bastone

io mi trovo già dall’altro lato della stanza 


è stonato come una campana 

e cantare in tedesco non lo rende di certo più popolare tra gli altri 

ma lui non se ne rende conto

e continua imperterrito e agguerrito


finita la sessione 

un pò prima delle 4

qualcuno mi si avvicina per avere -una parola

-miss can you give me a word please?


il mio gioco creativo sta prendendo piede 

creo una parola per ciascuno da cui devono scrivere in 

stream of consciousness

scrivere liberamente prendendo ispirazione dalla parola 

senza pensare troppo 

è anche il mio momento creativo

perchè mi posiziono davanti al detenuto di turno

metto le mani davanti agli occhi

e creo la parola sul momento 

ricevono tutti parole diverse 

tiro fuori parole dal significato aperto 

parole che possono ispirare e al tempo stesso 

lasciare libertà d’interpretazione e di movimento creativo


visto che ormai sono diventata -key holder

oggi apro e chiudo i cancelli 

percorro corridoi lascio stanze e ne attraverso altre

atteggiandomi a guardia 

e ho talmente tanta paura di sbagliare

che non sbaglio 


the end

(for now)




(londra 9.10.2025)