non è chiaro come
ma partirò dal mio nome
“alesis” dal greco
colei che difende
ne vedrete delle belle
e anche delle tremende
no
non è un blog
è la mia arringa contro il flop
chi mi ferma è spacciato
chi mi segue è visionario
guarda che ti vedo sopra le note del gospel due tre cantanti scarsetti e una ragazza con il sole nella voce ti vedo lassù no non lassù in cielo lassù nascosto (male) nella greta sul soffitto quella sopra la tenda rossa che scende sul palco intravedo i tuoi riccetti paglia e fieno gli occhialetti tondi il sorrisetto sarcastico e sento addirittura la tua voce dire
- mmm... calante... madò! - hmm tipica voce crescente.. cacacazzi e acuto come mi sei sempre piaciuto (londra 23.10.19)
la cosa della vita e la morte è un’invenzione commerciale un trucchetto religioso non si vive per sempre non si muore per sempre tu non sei veramente morto perchè sento pezzi di te che vivono nelle mie parole le mie battute i miei pensieri nei miei gusti nelle note che leggo e suono neii miei gesti la postura le mie espressioni e quelle degli amici nostri più cari
tu non sei veramente morto sei ancora vivo vivi diversamente da prima ma vivi
ed io io non sono veramente viva perchè un pezzo di me se n’è andato per sempre con te hai portato via giustamente quel che ti piaceva di me quella mia espressione distratta ma spensierata la voglia di polemica il piuttosto perdo un amico che una battuta le discussioni sugli accordi e giri armonici gli sfottò che non sai fare perchè non sei romano la zuppa di lenticchie
non sono veramente ancora viva da quando te ne sei andato sono anch’io un pò morta ma sai il fard di Dior fà miracoli (londra 18.10.2019)
‘imparare a convivere con il lutto’ ma come si fa? non poter più nemmeno chiamarti un attimo su wazup anche soltanto per mandarti affanculo come se non fosse già successo parlano bene gli psicologi ma come si fa a ‘interiorizzare il dolore’ senza nemmeno dio dice -tu prega che poi dio ti aiuta ma qui c’è poco da pregare qui c’è da tornare indietro spostare il passato cambiare la storia resettare il presente taggarti nel mio futuro cancellare quei post dove scrivi di quel che non eravamo pronti a capire ciechi sordi e impotenti di fronte a tanta sclelleratezza
i giorni mi si spalancano davanti ingenui faccio progetti a breve scadenza i target pretendono le persone blaterano gli idis ebra vanno e vengono più che altro vanno ho il libro da finire poco spazio sul portatile la pelle sempre più secca non c’è crema che tenga mi si sbucciano le mani come una cipolla sono sempre più distratta la memoria vacilla scordo tutto bianco o nero urgente o irritante frivolo o importante
e suono suono il pianoforte forse in tuo onore forse per farmi coraggio ricordi ti ho suonato la mia versione di I wanna dance with somebody? dicevo di averla arrangiata invece avevo quasi solo arricchito un pò gli accordi (come mi fai notare tu con garbo…) poi ti ho suonato Vedrai vedrai e tu impartisci il consiglio tecnico sul passaggio alla voce di testa (che padroneggio brillantemente a tua detta..) suonare con te nella stanza suonare per te emozione o soggezione?
mi hai insegnato molta della vita che vivo mi ritrovo a fare dire ridere muovere pensare.. come te ti ho dentro nei muscoli nel cervello nelle dita starò impazzendo
qui stiamo tutti bene nessuno ha fatto cazzate almeno non all’altezza della tua
voglio passare da un letto all’altro per provarti che sto una favola voglio scrivere un centinaio di pezzi per provarti che non mi servono la tua armonia e i tuoi solfeggi cantati voglio ridere fino a piegarmi in due e ballare fino alle 5 del mattino ma senza bere un goccio di alcol e non mi serve la tua maglietta per ballare nè la tua fotografia sul comodino per addormentarmi e sognare il nostro mare non mi serve la depressione e non mi serve tutto questo dolore per stare male