non è chiaro come
ma partirò dal mio nome
“alesis” dal greco
colei che difende
ne vedrete delle belle
e anche delle tremende
no
non è un blog
è la mia arringa contro il flop
chi mi ferma è spacciato
chi mi segue è visionario
eppure eravamo insieme 22 giugno 2018 tu scocciato perchè ti chiedo di sostituire il vecchio alla brace ma scusa: tu c’hai quarant’anni lui ottanta ma poi dico io fai l’uomo no! ecco che metti il muso perchè è proprio l’idea di fare l’uomo che rifuggi ma la verità è che di aiutare e alimentare la brace nun te và io ti dò un’occhiata da Carrie lo sguardo di satana tu sbuffi e gli dai il cambio ti avvi verso la graticola e mi fai quella faccetta quella faccetta come a dire alimortaccitua giusto perchè la festa tua non m’impunto và ma il momento è per me esilarante succede il prevedibile: appena ti posizioni sulla brace il fumo ti sale velocemente in faccia e appanna gli occhialetti tondi con il risultato che non vedi più un cazzo mi guardi non sai se ridere o tirarmi un pezzo di carbonella ma io sto piegata in due alla vista dei tuoi occhialetti appannati la festa è riuscita sei sorridente parli con tutti e di tutto balli persino travolto da papa don’t preach io faccio l’interrogatorio al trentacinquenne che sta con la diciannovenne e solo tu di 35 invitati sai il perchè mi dilungo così tanto a fare domande trabocchetto del resto non sono cazzi miei del resto l’età non conta del resto lei non è mica mia figlia del resto lui sembra un bravo ragazzo del resto ai genitori va bene perchè non dovrebbe andare bene a me.. perchè il trentacinquenne in questione è bono aiutami a dì bono ! ma a noi due basta un’occhiata e famo a capisse e soprattutto abbiamo esattamente gli stessi gusti sugli uomini questo qua ce l’ha tutte barba romano battuta pronta pelo in vista non magro ama il calcio è un pò rozzarello sta co un’altra deve essere nostro o almeno di uno dei due normalmente più mio perchè quelli così spesso sò etero e te ce sformi ti avvicini con la sedia e ti metti ad ascoltare me che dico cazzate per far ridere o per rimorchiare o per mettere in riga diosololosa e pure tu lo sai vanno via quasi tutti ma tu rimani con me e pochi altri c’è il gay village e tocca fare un salto il salto lo facciamo ma a me sempre noiosa non mi va bene la musica allora ci spostiamo verso un altro palco c’è vanessa la drag queen che fa il karaoke dal vivo e ti puoi segnare in lista l’amica monica in combutta con te mi iscrive quindi la drag queen mi chiama sul palco non hanno nessuna delle canzoni che posso-voglio-so fare nè whitney nè mariah per non parlare di chaka khan vabbè ripiego su careless whisper che george micheal ha scritto quando aveva 18 anni il sax attacca l’assolo nell’intro e io mi sto già emozionando lo so che quando tu sei in platea sono più nervosa perchè tengo al tuo giudizio più che a quello di ogni altro ovviamente la canto di mmerda il karaoke non fa per me applaudi lo stesso mi abbracci - la tonalità non era la tua ma sempre brava ma che me ne importa della tonalità! quel che m’importa è che tu sei lì con me e con gli altri dopo la nostra liti furente e tutto quel tempo in silenzio un silenzio pieno di rancore chissà come ci siamo poi ripresi e addirittura perdonati sarò anche una grandissima puttana ma ti voglio un bene dell’anima da sempre buon compleanno amica mia mi fai tu da chissà dove ti voglio bene anch’io e lo sai si amico mio lontano lo so
elton john le amiche il cinema con i divanetti il bagno del cinema coi divanetti don’t let the sun go down on me tu chi cazzo eri tu? come hai potuto entrare così ed uscire così senza due righe due spaghetti due passi cammino su holloway road è tardi le ragazze sole come me accellerano il passo io come al solito non temo nulla e anzi sento che gli altri soprattutti i maleintenzionati dovrebbero temere me credo sia onnipotenza cammino incazzata nera ho una rabbia in corpo che sembrano due cammino e mi sembra di poter raggiungere il cielo nuvoloso a tratti mi sembra di vederti camminare accanto a me con la testa ciondoloni stanco perchè è tardi arrancandomi dietro e lamentandoti come sempre e poi ridendo a crepapelle per una cazzata come al liceo ho le tue battute nella testa non so con chi farle non so se è corretto farle al posto tuo vedo in una finestra uno scheletro in miniatura mi vien da ridere tra i singhiozzi ti somiglia! non ho più scopato da quando sei morto non ho più cucinato lenticchie da quando sei morto non ho più stare sul palco da quando sei morto non ho più scritto due note se fossi ancora qui vivo ti direi che sei uno stronzo che tutto quel che volevi succedesse da adolescente lasciare il segno ti è riuscito ti direi anche che ho una nuova band che abbiamo suonato un pezzo di anita baker chissà se ti ricordi ancora le tue mani accarezzano sicure la tastiera non si fermano mai mai ma che cazzo faccio parlo da sola con uno schermo di notte parole che avrei voluto sputarti in faccia elton si butta in piscina drogato perso gli amici della festa si buttano in acqua lo riacchiappano va in rehab si innamora e trova un partner che lo ama da ventotto anni - properly- tu ti butti in piscina drogato perso ma gli amici non ci sono alla festa perchè la festa non c’è io non ci vengo alla tua festa perchè ho un’altra festa i tuoi amici non ti hanno riacchiappato tu non sei andato in rehab non ti sei mai innamorato e non hai trovato un partner che ti abbia amato per ventotto anni -properly - (10.6.2019 londra)
sei stato tu? no dio mi hai sfrattato dal mio buco-locale a The Cally mi hai mandato in una stanza di lusso dove ho incontrato la cary fantastica e aristocratica ma anche terra terra signora inglese e yonas etiope dal cuore di burro e il corpo d’acciaio non si capisce bene di che segno sia visto che in etiopia c’è un calendario diverso ma sono sicura che è cancro sei stato tu? mi hai mandato la mia nuova band? un italiana bianca al microfono (e loop) un gigante nero franco/madascaregno alla batteria un pallidissimo ventidueenne inglesino al contrabbasso una giapponese in miniatura al piano fanno il fuoco e gli ho parlato di te e me l'hai mandata tu? la sara un arcobaleno in una londra buia e muta sai quelli che muovi un sopracciglio e già sanno a cosa stai pensando e lo dicono perchè è esattamente quel che stanno pensando anche loro? sei stato tu? me l’hai mandata tu? forse no è stato dio o ancor più verosimile il caso
io sto qua fuori tu sei lì dentro non posso sopportare l’idea di te chiuso lì dentro e se non eri morto? che fai ti metti a bussare? non sopporto l’immagine di te in quella bara orrenda e troppo stretta i tuoi vestiti troppo larghi le spalline del vestito di un altro non sopporto la tua faccia da cazzo pallido e incosciente più non ti sopporto più ho voglia di vita di ridere a crepapelle di mangiare fino a sfondarmi di scopare ore e ore di nuotare sott’acqua e poi sdraiarmi ancora bagnata sulla sabbia bollente di ballare con la musica forte di abbracciare tutti di voler bene a quella parte di me che non si sopporta che non ti sopporta
tu mi hai dato molti dolori in vita e mò me ne dai ancor di più in morte
tu fòttiti grandissimo maleducato ed io ritorno alla mia arte (londra 7.6.19)