assordati dai suoni dei clacson
delle aspettative frustrate da artisti borghesi
delle macchinette del caffè dimenticate sul fuoco
del fallimento del matrimonio
del tradimento del migliore amico
del french mal riuscito
della multa in doppia fila
del tag su fb di una foto in cui siamo venuti di merda
della serata non pagata
del messaggio wazup visualizzato e mai risposto
dalle suonerie dei cellulari touch screen
dal fruscio dei nostri pensieri egomani
e ora silenzio
arriva lei
la fine
risucchia di botto i suoni assordanti con i suoi motori potenti
toglie il fiato a chi aveva ancora cose da dire e le lacrime a chi ancora cercava di cavar le spine
non una seconda possibilità nè una spiegazione
fortunato chi crede in dio
spacciato chi rifugge la religione
(roma 27.9.2016)
salgo alla fermata Piazza esedra
tu sali a Quirinale
ti dò un’occhiata
tu ricambi mi sembra
nun sei di zona nè conosci il mare
me pari un principe
e fin qui niente di male
all’altezza di piazza venezia
la calca ci spinge l’uno verso l’altro
arrossisco e guardo in basso
pregando che non mi venga un infarto
a Plebiscito stamo ancora appiccicati
dovrei scenne ma nun c’ho il coraggio
sogno i tuoi baci
mi fai: scende alla prossima?
azzardo: no se non scendi pure te
ridi e nun so se
tutto sto calore è l’afa del 64
o l’amore che sento per te
Corso vittorio emanuele
sfioro le dita tue
mi baci sul collo
ti prendo la mano
e non mi sembra per niente strano
Piazza della chiesa nuova
sale il controllore
tardi per evitare la multa
siamo già innamorati come due bambini
anzi no come un bambino e un’adulta
a Largo di santo spirito prometti: sarà per sempre
a Cavalleggeri ti prometto io: non indosserò mai le perle
a San pietro scegliamo i nomi dei bambini
chiarisco subito
voglio una femmina
non sopporto i soldatini
a Porta fabbrica sale una tua ex
dici ora è solo un’amica
è pallida e fredda come la morte
e io sento che è già finita
Largo sassia c’ho le lacrime agli occhi
mi fai: sei tanto buona
ma nun poi esse la madre dei miei marmocchi
tra san pietro e Largo sassia il sentimento mio è cambiato
-ammazza che zozzeria-
vorrei risponnne ma me manca er fiato
guardi fuori dal finestrino
io m’areggo forte forte al sedile
una pischella mi cede il posto
pensa tu come sò annata a finire
ecco che alla Stazione di san pietro
il tuo profumo di camicia da uomo e sigaretta
arriva come un ladro da dietro
mò ci dobbiamo proprio salutà
il 64 è arrivato al capolinea
tu te ne vai con sollievo e incoscienza
a me nun me resta manco la rima
(roma 27.9.2016)