29/09/10

gira voce che sono ricca


gira voce che sono ricca in effetti sono ricca ma ricca vera tanto ricca ovunque e talmente tanto che per un sacco di tempo ho regalato molta della mia ricchezza a chi era povero così povero da non avere nemmeno un sogno da soffiare nelle notti di silenzio e di luna piena da non avere nemmeno la libertà di scegliere di essere felice da non aver nemmeno la capacità di ridere per una cazzata da non aver nemmeno occhi per guardare così io ho alimentato e nutrito e sostenuto e flebizzato i poveri ma ancora rimango sono e divento ogni giorno più ricca gira voce che ho un brutto carattere in effetti ho un brutto carattere ma brutto tanto brutto che è meglio tener lontani gli altri più fortunati perché tutti sono a rischio di venire in contatto con gli orrori della mia mente una mente contorta e piena di pozzi neri dove facilmente si può scivolare se si sbaglia un passo e si rispondo male a tutti quelli che mi vorrebbero incastrare o mi vorrebbero diversa diversa da che diversa da chi forse solo da loro gira voce che sono un’egocentrica in effetti sono egocentrica talmente tanto che non mi accorgo nemmeno della mia stessa ombra tanto che non mi guardo allo specchio perché mi distraggo dalla vera me e soffoco all’idea di innamorarmi di te perché te non sei me sono tanto egocentrica che se faccio una domanda ho la sensazione che sia in realtà una domanda che tu hai fatto a me e rispondo al tuo posto non ascolto non ascolto non ascolto altro che quello che sento e sento parecchio in effetti dicono che sono un tipo ma un tipo di che nessuno me l’ha mai detto sta storia del tipo non m’ha mai convinto gira voce che il mal di vivere si possa curare con un pendolino e una psicoterapeuta che medita su di te cioè in verità si addormenta su di te per una mezz’oretta e dopo ti senti subito meglio soprattutto dopo aver cacciato trecentoeuroincontanti gira voce che non sò più na ragazzina in effetti è proprio vero sono grande saggia molto vecchia molto più rugosa più grassa di grasso spesso e unto gira voce che sono una maleducata in effetti sono molto maleducata e sbatto fuori di casa tutti quelli che entrano con le scarpe sporche di fango perché non voglio né merda né fango dentro casa mia visto che mi faccio un culo così per tenerla pulita pura serena non lo permetto a mio padre al papa a brus willis di sporcare le mie lenzuola che faticosamente finalmente cominciano a profumare di sogni bellissimi sono molto molto maleducata con quelli che non hanno mai sognato e provano a inquinare i sogni degli altri gira voce che bisogna volergli bene ma mi sembra proprio una gran cazzata gira voce che scrivo un blog in effetti scrivo un blog ma non sarà una notizia attendibile perché finora questa è l’unica voce che ho messo in giro io


(29.09.2010 roma)

25/09/10

nel dubbio scrivo un rap

certo eccomi qua con le pieghe della pelle un po’ più profonde e occhi più accesi non chiacchiero molto perché sta tutto scritto nelle mie rughe non dico che sto male e non dico che sto bene sono di nuovo in un batuffolo d’ovatta morbidissima che io stessa ho cercato per anni da sempre ora non so se voglio sdraiarmi e dire ecco qua la mia vita non so se voglio dire ormai non so se voglio dire sono contenta così non so se voglio svegliarmi con un cappuccinoscuroalvetroconcacao e non so se voglio stare così vicino agli impossibili e così lontano dall’impossibile forse vaneggio no no sono lucidissima con uno zaino nero un paio di figli miei dentro una battuta pronta e 20 euro posso andare ovunque sulle montagne nel profondo del mare alla fine del mondo perché tutto quello che ho è moltissimo poesie sul mio cellulare arrivano a raffica un poeta di sessantotto anni mi ama e mi invia esche d’amore le sue meravigliose parole contro una donna che di poesie ne ha ricevute poche e scritte molte gli devo dire di smettere ma mi spiace e non voglio ferirlo né incoraggiarlo le sue ali vecchie e lise come due bretelle mi piacciono alcuni hanno questo dono di vedere oltre e beccare le parole giuste per dire l’indicibile dicevo dicevo che non so più se voglio essere felice se significa rinunciare a sognare quando tutti gli altri hanno smesso di farlo e tu sei ancora addormentato potrei scrivere cento libri con i sogni che mi perseguitano belli brutti mentre dormo e a occhi aperti sono una superstar sono un’amante focosa sono una moglie perfetta sono una bambina impaurita che scopre il mondo sono un uomo sono una squillo sono una suora laica sono anche una famosa attrice sono una barbona sono una nobildonna sono sempre io ma come viaggio nel frattempo arriva un altro messaggio che ne sarà di me?nel dubbio scrivo un rap

MIDICITIDARO’TUTTOQUELCHEHO EIOSONOTUAPERSEMPRE MIDICIVOGLIOFAREQUESTOEQUELLOPERTEPORTARTILASSU’VIVERTIAMARTICOMENONHOFATTOMAI EIOSONOTUAPERSEMPRE MIDICIPROMETTOCHESAPRO’AMARTIHOSBAGLIATOTUTTOCONTEMAORARIMEDIERO’ATUTTOILMALEFATTO EIOSONOTUAPERSEMPRE NONTEMERENONAVEREPAURATIDO’IMIEISOLDIEIMIEIOCCHIEIMIEIAMORIELAMIAVITANELLETUEMANI EIOSONOTUAPERSEMPRE PERCHE’COSI’STAREMOSEMPREINSIEMEIOETECOMEERAVAMODESTINATIADESSEREINSIEMEPERSEMPREABBRACCIATISTRETTI EIOSONOTUAPERSEMPRE NONVOGLIOFARTIPIANGEREPIU’OTORTURARTINELLAMENTEENELCORPOBASTASOLOBACIQUESTOE’QUELLOCHEFAREMOINSIEMEHEIUNATTIMOCREDOCHE
IOSONOSEMPRESTATATUAPERSEMPRE

(25.09.2010 roma)

19/09/10

li(ea)ving new york


di fronte al gate a11 dell’areoporto di newark mangio un chips and guacamole pieno di aglio e cipolla che se anche il destino mi avesse voluto sorprendere e mettermi accanto il mio futuro marito sull’aereo con tutto l’amore del mondo lo avrei perso prima di averlo ma come ho sempre fatto dò la priorità al piacere del palato rispetto a quello del talamo e seduta alla currito cantina scrivo questo raccontino per schirirmi le idee più che per comunicarle al lettore eventuale bella la festa di addio alla sottoscritta molti amici molti colori di occhi molti stili molte sessualità molti accenti molto cibo italiano messicano americano (??) io cucino una valanga di maccheroni e delle favolose melanzane a funghetto in padella e come assistente ho una amica biologa assassina di topi che si permette di preparare un’insalata senza olio e sale perchè dice non ci va e ci mette solo aceto balsamico che io detesto e ci taglia dentro pomodori mais fagioli neri avocado cipolla rossa e un paio di falangi ma il risultato lo devo ammettere è inpensabile e impeccabile buonissima mentre il mio fantastico roomate ha pulito tutta la casa per l’occasione e ha preparato un piatto con uva formaggi francesi pomodorini olive e devo dire che ci sono molti colori su quella tavola e riflettono moltissimo lo stato d’animo che ti porti via da new york la mia assistente mi chiede come le devo tagliare le melanzane?e io rispondo a funghetto e lei mi guarda stranita e si fa consigliare dall’africana che sembra valutare la situazione astutamente astenendosi dall’intervenire nel frattempo l’attriceproduttricerompicoionifrancese arriva in tutta la sua beltà e comincia a lamentarsi che nessuno le ha ancora versato del vino comincia a lamentarsi che lei non ha una casa bella come la nostra che rinomina per l’occasione “chateaux” il castello e l’invidia la pervade tutta e comincia a prendere informazioni sul costo dell’affitto e su come prendere possesso dello chateaux perchè si astoria è il quartiere più bello di niuiork ma è ora di farla finita colle cazzate e brooklin non si batte!! tesòòrrro!! l’africana ha un cuore sulla giacca ed è all’incontrario le chiedo perchè e mi dice perchè stai partendo è triste ed è triste anche la biologa e comincio a essere triste anche io più che altro perchè mi rendo conto che la salsa per la pasta è ancora troppo lenta e la devo ripassare un pò in padella nel frattempo entra in casa un cinepponese americano e non capiamo di chi è amico e allora mi decido a chiederglielo e lui risponde che è amico del mio roomate dal liceo allora la francese lo assale di domande e lo trova anche simpatico arrivano la cipriota con giorg maicol e chitarra a seguito oh no e un’amica molto rossettata poi il francese rasta bonazzo con bicicletta e una bottiglia di sakè? arriva l’altra fuori di testa che ama il cioccolato e non capisce come io non lo voglia mangiare nonostante ce ne abbia parecchio in casa e la vicina moglie del produttore soul e i vicini con cane terrorizzato da tutto e la serata comincia con una bella abbuffata all’italiana unico neo una vaschetta di parmigiano che inaspettatamente appare sulla tavola a mia insaputa credo che la francese abbia insistito per avere il parmesan sulla mia pasta che essendo all’arrabbiata (per fare stare a suo agio la francese) non chiede e non vuole il parmesan comincio un’accesa discussione con lo chef francese bonazzo e altri a margine sul fatto che l’aglio non va d’accordo con il parmigiano e cominciano a innervosirmi con frasi tipo apri la tua mente cucinare deve essere un’esperienza creativa non ci devono essere questi limiti tutto quello che conta è il sapore il gusto e ognuno ha un gusto diverso e personale eh no eh! la pasta all’arrabbiata con parmesan no! insomma mi ritrovo sul divano accanto allo chef che dato che mi sono ustionata il dito cucinando la pasta decide di darmi un bacio sul dito e mi mostra la lingua dicendomi in un inglese sdentato che la saliva curerebbe l’ustione molto meglio allora mi alzo di scatto e vado a scolare la pasta incapace di sostenere qualsiasi conversazione 1) che vagamente accenni al sesso 2) con il sogno erotico di almeno altre 8 donne nella stessa stanza con me e pronte a saltarmi al collo al minimo mio accenno di ammiccamento dunque la serata procede tranquilla e il rasta francese sembra propendere un pò per tutte e ora si dirige verso la mia amica assassina di topi/biologa con le sue avances sexi quindi dopo questo c’è da prendere una decisione seria quindi io e la biologa ci appartiamo per discutere sui dettagli del prossimo menage a troi in cui troi sta per tre e non per ragazze poco serie e ci blocchiamo subito sul primo problema entrambe abbiamo dei peli sulle gambe che in confronto i capelli rasta del francese sembrano seta poi ci sarebbe il problema di scoppiare a ridere appena io e lei ci rendiamo conto di doverci un minimo slinguazzare o peggio e quindi rimane in sospeso fino a nuovi ordini così decido che è il momento di divertirsi senza pensare troppo ai peli e propongo dunque una sfilata di moda e divido quella maschile da quella femminile iniziano i maschi noi ci posizioniamo tutte sul divano e aspettiamo intrepide la loro preparazione non senza una punta di innato femminile scetticismo ma i ragazzi stavolta ci sanno proprio fare holy shit! entra nella stanza un’improbabile presentatore della sfilata con tanto di foulard giallo al collo e cappello da cappellaio matto è il mio roomate che con la sua classe e simpatia innate presenta la sfilata primo a sfilare è il rasta in tenuta da mattina è naturalmente gorgeous con maglietta di michael jackson e ombrello che rotea con nochalance secondo a sfilare è il cinopponese in versione da sera con occhiali da vista a goccia e non ricordo altro per fortuna e arriviamo al terzo e ultimo a sfilare in veste da notte è giorg maicol con vestaglia elegante molto corta di raso pesante pipa in bocca e nudo come mamma l’ha fatto sotto ma la sopresa è che a fine sfilata si apre la vestaglia e ci lascia sognare per un secondo lasciando la sua ex ragazza franceseattriceproduttricerompicojoni senza parole e senza mutande che dire ragazzi voi siete stati fantastici e ora noi siamo nella merda we are in the shit we are in the shit continuo a dire e ci trasferiamo in un’altra stanza cominciando a pensare come stupirli con la nostra sfilata mumble mumble esce fuori l’idea dell’harem idea della cipriota che caccia una musichetta araba ammiccante e lì cominciano le risate ognuna di noi cerca fulards tende lenzuola sciarpe calzini per coprire le proprie grazie quel tanto che basta per non scatenare un’orgia immediata e per ricordare l’idea dell’harem qualcuna ha addosso accessori un pò fuori dall’idea dell’odalisca tipo la sottoscritta ha una busta fucsia in testa al posto a mò di cappello la biologa assassina una pipa in bocca e una (sola) scarpa mia con tacco l’africana napoletana ha un aggeggio che lampeggia giallo sulla fica per rendere più visibile e chiaro l’accesso la francese invece è nuda con stivali camperos e le altre si arrabbattano come possono il risultato comunque è favoloso e forse abbiamo anche esagerato con le coreografie e le movenze sexi/arabic/haremesche perchè i ragazzi sembrano parecchio hornyzzati dalla nostra sfilata al termine del quale tre delle ragazze hanno anche tirato su le vesti da dietro come usavano fare le odalische nelle corti del sultano a fine balletto.. e vogliono continuare la serata nella stanza da letto allora ci buttano sul lettone e cominciamo a fare delle foto in gruppo il francese rasta si butta su di me ignaro del pericolo e mentre mi morde una chiappa passa una mano sul mio polpaccio che in condizioni normali è anche un gran bel polpaccio ma con tutti quei hair sembra quello di maldini e mi dice “wow!!” e io dico don’t touch me then! mi vorrei ammazzare sotterrare però alla fine è anche naturale e lui con faccia tra il disgustato e lo stupit/do mi propone di rasarmi lui cosa tutt’altro che allettante e il nostro progetto del menage a troi si allontana rapidamente dalle nostre menti malate e impreparate
è il momento del dessert e della riunione buddista accidenti tutti contro di me chiedono di cantare chiedono che ne penso dell’esperienza a new york chiedono cosa riporto in italia chiedono di intonare un pezzo chiedono di parlare di me chiedono tutto e io non voglio dire dare niente gli accordi della chitarra mi deprimono mi sto per mettere a piangere o a urlare lasciatemi in paceeeeee il mio roomate prende egregiamente in mano la situazione e improvvisa una canzone su di me molto dolce e mi tiene la mano mentre due tre di loro pensano perchè non ti mangi il cioccolatino porca miseria? perchè la cioccolata non mi va quindi la cipriota e il cinopponese visto che io non spiccico parola su come mi sento cominciano la chiacchierata su come è importante to connect e giuro che in meno di un minuto sparano delle ovvietà che mi colpiscono al cuore come proiettili precisissimi non gliela posso fare mi capiscono solo le due suddaiole l’africana e l’assassina certo bella consolazione ma con gli occhi mi supportano e mi danno coraggio bene la serata si conclude con il francese rasta che mi stringe le mani con fare tutt’altro che seduttivo ma anzi molto paterno e mi dice ricordati che la famiglia è tutto quello che di più prezioso avrai mai o cristo santo sono fottuta però è sincero e anche serio in quel momento saluto tutti e spengo la luce dei pensieri è ora di dormire e ritrovarsi in un posto nuovo domani e non avere paura di niente quello che non riesco a dire è che forse per la prima volta in vita mia mi sono data una possibilità e ho saputo anche chiedere aiuto non è male conto di rifarlo presto anzi subito anzi sempre

(18.09.2010 new york)

17/09/10

la mia tipica giornata a new york


mi incontro con il produttore degli artisti che mi fanno sbroccare e che inseguo da mesi dopo aver ingoiato 35 gocce di valeriana riesco addirittura a sostenere una conversazione regolare come una grande e lui mi dice quando pensi di tornare.. ma giusto il tempo di sistemare la questione con le scuole farmi licenziare e farmi mandare un pò di accidenti fare qualche concerto...far prendere un infarto ai miei e spezzare il cuore di un paio di uomini e poi entro la fine di ottobre sarò già di nuovo qui disponibile a lavorare e pensare al nuovo progetto insieme...sono vestita come una hip hopper sotto ma sopra ho una maglietta aderente che non lascia spazio all’immaginazione anzi glielo toglie del tutto ma sento che quello che ho da offrire in fondo è molto più di un paio di tette sode meno male pensa tu se dovevo contare su quello ero fregata cool very cool coolissimo e let’s keep in touch mi incammino in una new york che veramente ti toglie il fiato da quanto è bella oggi con il sole e un’aria fresca che sembra suggerirti fallo ne hai la capacità abbi il coraggio e allora mi metto su una panchina di fronte a un negozio che si chiama eataly una genialata per i cretini che vanno a new york e hanno nostalgia del cibo e dei sapori italiani tipo appunto me..c’è un detto a new york che dice when in rome e significa quando si va in un paese straniero si devono acquisire le usanze di quel luogo e non rimanere ancorati alle proprie...ecco appunto esatto...mangio un terribile panino da me preparato con burro formaggio arancione e pomodori e poi prendo un autobus che miracolosamente mi porta sulla parte east di new york che mi piace moltissimo dove c’è l’ospedale dove lavora la biologa assassina di topi che è diventata una mia conoscente piacevole non me la sento di chiamarla amica come lei si autodefinisce nel nostro rapporto comunque la raccatto e finalmente prendendo un taxi come due vere strafiche andiamo alla fashion cioè una sfilata di moda dove mi ha invitato il mio amico avvocato naturalmente la biologa salernitana che è anche fotografa salernitana fa foto alle scarpe pitonate verdi tacco 15 della sua amica e poi fa la foto alle mie adidas marroni non mi vergogno affatto di essere vestita a metà tra una normalissima hipster niuiorkese artista e una eccentrica radical chic monticiana quindi mi aggiro nella sala accanto a modelle e stangone con una notevole noscialans in me innata...dato che mi annoia la bellezza altrui comincio a fare l’idiota e comincio a prendere le pose delle modelle e a farmi fotografare accanto a una macchina di lusso accanto all’avvocato di grido accanto a un bicchiere di acqua colorata frizzante e coinvolgo nelle foto cretine gli altri due attrezzi che da un pò di tempo mi seguono nelle mie avventure la biologa assassina e l’africana napoletana ci mettiamo a mordere collane e a mostrare sederi improbabili e espressioni sexy/sognanti facciamo una pena infinita o siamo le migliori non importa so solo che è divertente prendiamo autobus e sull’autobus succede l’insuccedibile mentre stiamo continuando a fare chiasso e fare foto in pose da lap dance sulle sbarre del povero autobus arriva un tipo con tutte chiavi e attrezzatura attaccati al corpo e senza spiegazioni o presentazioni ci dice non senza imbruttire che non è permesso fare foto e dice alla povera biologa cancellale io sto per intervenire ma confido nella faccia di tolla della biologa che infatti non mi delude e fa finta di cancellare le ultime foto scattate e questo tipo si risiede e per tutto il viaggio ci controlla con uno specchietto retrovisore che suggerisce l’africana usava renato pozzetto nei film porno che meraviglia! dopo questa avventura ci avviamo verso cinque dove raccattiamo l’altra bruciata francese nera incazzata che ultimamente si sente molto meglio le preghiere gli funzionano e sorride spesso forse perchè ha trovato i vestiti giusti per la sfilata di domani comunque acchiappiamo lei e altri due scoppiati e andiamo dopo aver cenato dividendo una pizza cartolina e una bistecca poco cotta però la biologa non è molto contenta perchè dice che gli è capitata la parte con l’osso e grassa e non c’ha mangiato un bel cavolo e dice che io invece ho mangiato tutta la parte con la carne buona che è anche vero ma come si dice a chi tocca n’ s’ingrugna qui mi sembra che del film eat pray love io mi occupo solo della prima attività sono una persona spregevole ma nel frattempo l’africana la stiamo perdendo perchè l’abbiamo fatta strapazzare troppo e le si chiudono piano piano gli occhietti e si avvia verso la ninna ci dispiace ma la notte è lunga e andiamo verso una festa organizzata da un nostro amico williamsburg che somiglia a george michael quando tutti pensavamo ancora che fosse etero e ci illudevamo che la chitarra che portava appesa a tracolla la sapesse suonare veramente e ci siamo veramente tutti il mio fantastico roommate afroamericano mc asciugatore sembra un lord inglese si è vestito proprio bene e sta in forma stasera ha già proposto a cinque ragazze di fare sesso a 4 dollari l’ora e poi cè la svizzera fotografa che è triste perchè me ne vado e mi chiede ancora della mia situazione sentimentale che non esiste ma è molto dolce e le dò corda ci sono il russatore di rode island amico di george michael e molti altri amici per la prima volta parlo con un francese rasta occhiazzurrato che è il sogno erotico di tutte le donne della compagnia ed è anche vestito molto bene però l’unico difetto è che è francese ma questa non è colpa sua e comunque se lo fai parlare in inglese il problema dovrebbe essere risolto bevo un cucumber vanilla cosmopolitan e visto che mi piace lo propongo al mio amico rooomate mc che mi dice naaah io non bevo cosmo sono un uomo quindi apprendo che il cosmo è robba da squinzie e prendo in giro alla mia destra la biologa assassina di topi e alla mia sinistra l’arrogante e polemico sexi francese rasta e la serata scorre via piacevole e stuzzicante torno a casa tardi e sono confusa e felice e mi ricordo che tra due giorni devo tornare nella mia madre patria e non so se mi prende più male perchè è madre o perchè è patria.

(17.09.2010 new york)

09/09/10

a cuul nait in niu iork with frenz

L'africana Francesca
Sarah la fotografa swiss


L'amica salernitana Hylde
 io
invitato a cena e cucinato spaghetti per amica salernitana a niuiork (Hylde)
dopo cena senza nemmeno un bicchiere di vino mi dice che nel weekend in una bella casa in campagna ha guardato una soap overa-
poi ci dirigiamo verso la metropolitana nel treno risponde al cellulare che stranamente le prende sotto la metro e dice all'amica Francesca (un'altro articolo..): scusa era caduta la lingua..
dicendomi quanto sono fortunata ad abitare in una zona così bella di Brooklin nomina il nome della mia via e dice Sanmazz (St. Marks)-
perdiamo due treni perchè lei è intenta a pronunciare per bene i nomi delle stazioni su mio consiglio dato che si trova a nuova york da un anno e sembra che parli arabo quando parla inglese-
mentre finalmente azzecchiamo il treno che ci porterà a destinazione facciamo un balletto davanti al vagone perchè ci sembrava che avevamo perso poco tempo
finalmente finiamo nel locale dove ci aspetta l’altra amica ridenominata l'africana per il suo amore per i ritmi afro-
non è molto contenta di vedermi perchè mi dice subito come mai che ogni volta che esco con te ci sono solo donne?? -
ci accoglie l’amica francese (Lydia) sempre incazzata (nera) soprattutto coi clienti e direi soprattutto coi clienti lenti e direi soprattutto con noi-
nell'indecisione sui dolci propostici dalla gentile cameriera l'africana goduriosa decide di ordinare entrambi i dolci e li nomina il fidanzato e l'amante (dolce di ricotta e mousse al cioccolato)

ci sfondiamo

la felicità è proprio lì sotto i nostri ghiotti occhi e sotto le svelte forchette
la conversazione procede allegra e si spazia dai maschi ai maschi
c’è anche l’amica fotografa svizzera Sarah che anche dopo anni a niu iork continua a dire vi vant per dire ui uant
però fa belle foto
non si capisce a proposito di che l’africana – che segue un corso intensivo di inglese da cinque anni- dice alla fotografa svizzera – professional deformescion-
bevo vino
la francese bella come il sole finalmente sorride

e sorride perchè porta il conto

momento drammatico della serata non si potrebbe evitare?
al momento di pagare le due signorine del sud naturalmente cercano di incularmi e farmi pagare molto di più
me ne accorgo le sgamo protesto
l’africana mi fa l’occhiolino
la salernitana si vergogna e dice "vabbuò dammi cinque dollari- thats itt""
scatta la lite perchè a me sthaizzitt non me lo deve dire proprio nessuno
le due suddaiole se ne vanno prima sotto mia esortazione
e noi altre continuiamo la serata sotto la metropolitana con io che mimo i titoli dei film
su –sister act- faccio partecipare tutto il vagone perchè mi metto la felpa nera in testa e comincio a battere le mani a mò di woopy golberg
la francese non azzecca un titolo e quando indico il primo dito della mano per indicare che sto per mimare la prima parola lei dice “finger”...

 
meno male che we call it a night. (che tradotto dallo slang americano significa ha da passà ‘a nuttata)



(09.09.2010 new york)


 

08/09/10

se sono così

mi hai reso libera mi hai fatto assaggiare la crema fatta in casa quando io ero abituata al pane e acqua mi hai lasciato infornare impensabili dolci fatti di erba e terra come se fossero veri e mi hai lasciato piangere quando ero triste e ridere quando ero felice nessun giudizio nessun rimprovero nessun devi mi hai lasciato farti fare quello che volevo perchè ti piaceva vedermi giocare e lasciarmi fare quello che volevo potevo correre senza paura nei campi sconfinati del tuo cuore e gridare tra le mura delle tue forti braccia ogni tuo sorriso tranquillizzava la mia agitazione ogni tua carezza una pagina su cui scrivere quello che mi mancava e quello che mi mancava era tantissimo e tu lo sapevi cercavi di darmi tutto quello che potevi e se oggi posso amare lo devo soltanto a te e se devo proprio ringraziare qualcuno non ringrazio certo dio o altri che non ho mai conosciuto di persona o che non ci sono stati quando c’erano le serie difficoltà ringrazio te che mi hai costruito dentro gli strumenti per aggiustare tutto andando via quando il tuo lavoro era finito mi hai lasciato senza fiato e non ho avuto il tempo di dirti grazie o forse non è servito perchè era sotto i tuoi occhi il mio amore e il mio rispetto e la mia gioia nello starti accanto quando non avevo ancora molte parole per dire sto male ho paura di impazzire e non avevo altro che i sogni e la mente per scappare ma ora ho le mie gambe e per fortuna loro fanno quello che gli dico io e io gli comincio a dire camminate e non vi fermate fino a nuovi ordini e se sono riuscita a muovere qualche passo lo devo a te so che mi stai a guardare e per questo cerco di comportarmi bene e di non farmi scappare la parola odio verso quelli che sono meno di te e ce n’è molti devo dire non posso più aspettare ti posso riabbracciare ti posso riabbracciare lasciami fare quello che posso fare

(07.09.2010 new york)

06/09/10

seppelliscimi




seppelliscimi dentro il tuo giardino voglio starti vicina sotto terra non darò alcun fastidio lascia che i vermi mi tengano compagnia e i fiori crescano sulla mia testa non chiederò un pò d’acqua e non chiederò aiuto non ti voglio così non ti voglio così non pensare che sia pazza solo non ho mai avuto nessuno così vicino e non ho paura di sentire freddo o di gridare nella notte seppellita viva ho solo paura di perderti come se mai ti avessi avuto ricordati di dire a tua madre che c’è una donna che ti ha amato meglio di lei e dille anche che quella donna è a pochi passi da lei e non la lascerà prendere il controllo non ti voglio così non ti voglio così e chiedimi allora se sono pronta se sono mai stata pronta e ti urlo la verità che sono pronta dal momento in cui mi hai fatto la tua prima critica dal momento in cui mi hai detto di essere innamorato di un’altra non preoccuparti non sento freddo e non mi stanco qua sotto solo ho voglia di cantare e qui la terra si fionda nella mia bocca appena tento di respirare e non me lo posso molto permettere ora mi immagino che cammini scalzo sull’erba del tuo piccolo giardino e immagini le mie labbra violacee sfiorarti il viso e le mie coscie liscie e fangose stringerti come in una morsa e la mia voce rauca intonarti la tua canzone preferita previous cats mi chiedi se sono pronta no non sono pronta non lo sarò mai nessuno è pronto a morire nemmeno se si è già sulla buona strada come me adesso ma immagino che pensi a me ma non ti voglio così non ti voglio così pensi che avresti potuto dirmi che volevi solo me e avresti potuto fare l’amore senza pensare al domani e invece di pensare al domani e non fare l’amore ma tua madre ti porta un bicchiere di limonata e con questo caldo ci vuole proprio io non sento caldo e quasi non sento più le dita dei piedi e mi sembra di non ricordarmi l’ultima volta che ti ho parlato non mi ricordo cosa ci siamo detti impauriti dall’odore della complicità comincio a perdere l’unica cosa buona che ho mai avuto la memoria non è vero sono anche una brava cuoca e ora che diavolo mi viene in mente? ora che le forze mi abbandonano mi invento una ricetta con quello che trovo qui sotto: posso far rosolare due tre vermetti in padella poi aggiungere radici, terra e un pò d’acqua scolare la pasta al dente e servirti il tutto nell’incavo della mia schiena uno dei punti più desiderabili del mio corpo lo sapevi? certo lo sapevi perchè ti ho detto di spogliarmi prima di adagiarmi nella terra fredda e di guardarmi per una volta nuda di guardarmi per l’ultima volta ma non ti voglio così non ho ti ho mai voluto così penso solo che devo andare e che ti sentirai molto solo lassù senza me devo starti vicina

(05.09.2010- New York)